Il super pubblicizzato concilio “pan-ortodosso” che doveva tenersi dalla domenica di Pentecoste 19 giugno, secondo il calendario ortodosso, sta affondando miseramente. Sessant'anni di preparazione non sono stati sufficienti a dargli stabili basi sulle quali potersi appoggiare.
Ho assistito in silenzio alla kermesse preparatoria, alla proposta di documenti che, in troppi ambiti dell'Ortodossia hanno fatto quasi gridare allo scandalo. Con tempra forte e determinata, il patriarca Bartolomeo ha cercato di portare la nave nella direzione intrapresa ma da essa l'equipaggio pian piano è disceso scappando via sulle scialuppe di salvataggio.
Si dice che il fallimento di questo “super concilio” sia dovuto a rivalità giurisdizionali, al fatto che tra patriarcati ci si ruba territori e popolazioni (*). In parte sarà vero ma, ad essere sinceri, rivalità di tal genere sono più o meno sempre esistite nell'Ortodossia dove un patriarca è “papa” a casa sua ed è perfettamente uguale, in termini di potere giurisdizionale, ad un altro patriarca. Neppure il primo tra pari, Bartolomeo, può fare molto per ordinare una certa generale caoticità esistente da sempre nell'Ortodossia.
Se non è stato tanto questo a far fallire questo “super concilio” cos'altro lo ha fatto fallire?
A mio modesto avviso il fallimento è dato dal sospetto degli ambienti ortodossi più tradizionali verso determinati aperturismi proposti nei documenti preparatori a Chambesy. Questi aperturismi, per quanto prudenti, tendono però ad inclinare il piano, ad “addomesticare” l'Ortodossia a livello di ogni altra confessione cristiana suggerendo, forse, che è solo la versione orientale del Cristianesimo.
Giusto o sbagliato che sia tutto ciò, la cosa più antipatica è stata il tentativo di far passare questi concetti nonostante le critiche sempre maggiori provenienti dall'interno dell'Ortodossia. Sempre più monaci ripetevano: “Purtroppo questo concilio si farà!” (Ora saranno felici, visto che forse non si farà più!). Altri chierici dicevano: “Non mi parlate di questo concilio!”, come fosse un evento nefasto. Sì, ho capito che a livello diffuso si stava moltiplicando l'antipatia verso il “super-concilio”. Ciò non tanto per la paura di una novità, quanto perché questa novità è stata camuffata e imposta, incuranti delle critiche provenienti ovunque.
Nell'Ortodossia, in sede conciliare, non hanno senso le imposizioni ma la partecipazione a tutto il corpo della Chiesa di quanto si discute. Se ciò non avviene, il Concilio è inevitabilmente destinato ad essere sconfessato dal corpo della Chiesa stessa. È quanto infatti si sta profilando.
Sapendo ciò, sono dunque stato irritato dalla lettura ideologica e speciosa che certi soloni in Italia hanno voluto dare dell'evento preparatorio al concilio. Per qualcuno di essi (tal “professor” Riccardi), la colpa è dei russi che hanno fatto fallire tutto poiché – egli dice – essi hanno una visione “imperialistica” di Ortodossia.
A me questo argomentare sembra assai specioso, utile a fuorviare l'attenzione dal vero problema. Infatti in sostanza sembra dire: "Il buon Bartolomeo ha tentato di aggiornare l'Ortodossia mettendola al passo con i tempi com'è successo nel Cattolicesimo ma il cattivo russo gliel'ha impedito". Banale, infantile, e umilia pure l'intelligenza di chi lo legge! Per giunta se si fa un discorso del genere si inocula pure la divisione in una Chiesa...
Mi chiedo: questo professore in nome di chi parla? In nome dell'Ortodossia non credo, dal momento che non è ortodosso e, da quanto mi risulta, nessun gerarca ortodosso gli ha dato il permesso di parlare di casa sua. In nome del Cattolicesimo? In nome di qualche obbedienza massonica di cui cura gli interessi?
Come sarebbe fastidioso sentire mani estranee nelle proprie parti intime, così mi pare particolarmente fastidioso questo commento!
Al contrario di quanto dice tal solone, mi sembra molto più vero quanto ho sopra riferito: i documenti proposti da Bartolomeo (e confezionati a Chambesy) sono parsi un tentativo di incorporare, nell'aleveo del pensiero ortodosso e in salsa ortodossa, principi propri al modernismo occidentale (o alla massoneria?).
Premetto che non ho nulla contro la massoneria ma sono convinto che ognuno deve stare a casa sua, la Chiesa dev'essere libera di essere se stessa e di non farsi comandare da centri di potere che non la riguardano e mai la riguarderanno, anche se certi suoi chierici si fanno attrarre da essi...
Perdonatemi, ma sono critico: Riccardi dice che Mosca è imperiale. Ma Costantinopoli forse non lo è? Il modo sommario e spicciaticcio d'imporre dei documenti visti e approvati solo dai primati e non da tutta la Chiesa, su direttiva di Bartolomeo, non è imperialismo? E se non è imperialismo questo cos'altro è?
La verità è che ci sono almeno due schieramenti nel mondo ortodosso: uno che cerca di suonare all'unisono, come può, con la sensibilità del mondo attuale (che prevede un antropocentrismo sempre più spinto) e un altro che sembra segnato da una sensibilità "retrograda" (a detta di persone come Riccardi) ma è forse più evangelico e ha dunque timore di certi aperturismi. Allora, visto che Mosca non è favorevole al metticciamento religioso-culturale occidentale, i soloni le sparano contro.
Non scandalizzatevi ma per me quel "professore" che parla sull'Ortodossia (dimostrando di NON conoscerla!) conta meno del due di picche. Da quando in qua l'Ortodossia ha bisogno di essere illustrata da "soloni" di tal genere?
Purtroppo in Italia, dove centri di potere ben organizzati e stabiliti indicano all'acritico popolo quale sia la verità, ci saranno sempre bisogno di persone estranee a certi ambienti per parlare di tali ambienti. È come se io, che non ho mai visitato l'Antartide e non so cosa sia, mi presentassi “esperto” di pinguini e li descrivessi. Che presunzione!
In Italia, di fatto, succede questo e gran parte del popolo ci cade come una pera matura, plaudente e ingenuo.
In Italia la verità non ha importanza, quello che conta è darne una versione utile ai fini di certi centri di potere che hanno sempre obbiettivi molto concreti e ben poco spirituali ...
__________
Nota
(*) Ad oggi, due patriarcati ortodossi non sono in comunione tra loro per beghe giurisdizionali: Gerusalemme ed Antiochia. Incurante di ciò, il centro organizzatore di questo superconcilio premeva perché i due patriarchi concelebrassero nella liturgia di Pentecoste. Cercare d'imporre una unità fra tutti i patriarcati, facendo concelebrare questi due Patriarchi, da la nefasta impressione che la comunione ecclesiale debba essere confessata formalmente, non realmente! A questo punto, la fede stessa non diviene cosa formale? E tutto ciò non sembra, forse, un agnosticismo pratico applicato proprio dai centri organizzativi di questo superconcilio? Allora, se non alla fede, costoro a cosa o a chi obbediscono? Sono solo semplici domande che possono sorgere nel cuore di ogni cristiano che non ha ancora perso i riferimenti tradizionali (come ovunque oramai è accaduto) ...
http://traditioliturgica.blogspot.it/2016/06/il-concilio-pan-ortodosso-e-i-soloni.html
In Italia, di fatto, succede questo e gran parte del popolo ci cade come una pera matura, plaudente e ingenuo.
In Italia la verità non ha importanza, quello che conta è darne una versione utile ai fini di certi centri di potere che hanno sempre obbiettivi molto concreti e ben poco spirituali ...
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Nota
(*) Ad oggi, due patriarcati ortodossi non sono in comunione tra loro per beghe giurisdizionali: Gerusalemme ed Antiochia. Incurante di ciò, il centro organizzatore di questo superconcilio premeva perché i due patriarchi concelebrassero nella liturgia di Pentecoste. Cercare d'imporre una unità fra tutti i patriarcati, facendo concelebrare questi due Patriarchi, da la nefasta impressione che la comunione ecclesiale debba essere confessata formalmente, non realmente! A questo punto, la fede stessa non diviene cosa formale? E tutto ciò non sembra, forse, un agnosticismo pratico applicato proprio dai centri organizzativi di questo superconcilio? Allora, se non alla fede, costoro a cosa o a chi obbediscono? Sono solo semplici domande che possono sorgere nel cuore di ogni cristiano che non ha ancora perso i riferimenti tradizionali (come ovunque oramai è accaduto) ...
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