sabato 22 agosto 2015

tutto è facile ed efficiente

l'uomo-macchina

"Quando un cavallo ha finito il suo lavoro e torna nella stalla, c'è ancora vita e vigore in lui, c'è un respiro e un calore, e gli zoccoli strusciano sulla paglia, e le ganasce triturano il fieno, e le orecchie e gli occhi sono vivi. Nella stalla c'è un calore di vita, c'è l'energia e l'odore della vita. 
Ma quando il rumore di un trattore si ferma, è morto come il metallo da cui proviene. Il calore lo abbandona come il calore della vita abbandona un cadavere. Poi le porte di lamiera ondulata si chiudono e l'uomo del trattore va a casa in macchina, anche a venti miglia da lì e non dovrà tornare per settimane o perfino mesi, perché il trattore è una cosa morta. 
E tutto questo è facile ed efficiente. Così facile che l'incanto scompare dalla terra e dal lavorarla, e con l'incanto scompare anche la comprensione profonda e il legame. E nell'uomo del trattore cresce il disprezzo che alligna solo nell'estraneo, che di comprensione ne ha poca e di legami nessuno. 
Perché i nitrati non sono la terra, né sono terra i fosfati e la lunghezza della fibra del cotone. Il carbonio non è uomo, né lo sono il sale o l'acqua o il calcio. L'uomo è tutto questo insieme, ma è molto di più; e la terra è enormemente di più della sua analisi. Quell'uomo che è più della sua struttura chimica, che cammina sulla terra, che fa deviare la punta dell'aratro per evitare una pietra, che preme sulle stegole per scavalcare un rialzo, che s'inginocchia tra i solchi per consumare il pasto; quell'uomo che è più dei suoi elementi, conosce la terra che è più della sua analisi. 
Ma l'uomo-macchina, che guida un trattore morto sulla terra che non conosce né ama, capisce solo la chimica; e disprezza la terra e insieme se stesso. Quando le porte di lamiera ondulata sono chiuse, lui va a casa, e la sua casa non è la terra."
John Steinbeck - Furore, 1939

In alto foto di una delle centinaia di migliaia di famiglie di mezzadri che furono costretti dalla "rivoluzione agricola" dei trattori e delle banche che si erano impossessate delle loro proprietà di una volta a lasciare le terre dell'est e del centro degli USA, per fuggire verso la nuova miseria dei lavori stagionali in California, durante la grande depressione.

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