martedì 15 aprile 2014

Inno Cherubico



Tchaikovsky 9 Sacred Pieces No. 1 - Cherubic Hymn 1


Inno Cherubico
h
Οι τα Χερουβίμ μυστικώς εικονίζοντες
και τη ζωοποιώ Τριάδι
τον τρισάγιον ύμνον προσάδοντες
πάσαν την βιοτικήν αποθώμεθα μέριμναν
ως τον βασιλέα των όλων υποδεξόμενοι,
ταις αγγελικαίς αοράτως δορυφορούμενον τάξεσιν.
Αλληλούια

Mentre misticamente vediamo i Cherubini
e la Trinità che dona la vita,
cantando l'inno tre volte santo,
abbandoniamo ogni umana cura,
per accogliere il Re di tutte le cose,
invisibilmente scortato dagli ordini angelici.
Alleluia.

We, mystically representing the cherubim and singing the thrice-holy hymn to the life-creating Trinity, let us now lay aside every worldly care so that we may raise up the King of all, who is invisibly borne aloft by the angelic orders. Alleluia, Alleluia, Alleluia


di Francesco Colafemmina

Mentre la nostra Chiesa è attraversata da funesti temporali, talvolta è bene fermarsi in qualche piccola cappella e pregare. Vorrei così sottoporvi uno splendido inno che viene cantato nella Sacra Liturgia di San Giovanni Crisostomo (che a giusta ragione potremmo definire la versione orientale della Santa Messa di San Gregorio Magno). Si tratta del cosiddetto "Cherubico".

Quando si canta il "Cherubico" il momento è sacro. Tutti i fedeli si rappresentano in immagini (ikonìzo rafforzato dal mystikòs rende pienamente l'idea della "visione mistica", dell'apparizione, dello squarcio del divino sul mondo) i Cherubini e cantano con loro l'inno angelico. E' infatti fra poco che avverrà la Trasformazione sull'Altare delle Preziose Offerte. Il Cherubico è cantato appena dopo la lettura del Vangelo e prima della recita del Credo. E' in questo momento che diventa chiaro che quanto sarà a breve contenuto nel Sacro Disco e nel Sacro Calice non sarà più semplice pane e vino... Perciò l'inno dice "deponiamo ogni vitale preoccupazione" mentre ci innalziamo nell'ordine angelico sì da esser degni di meritare "il Re di tutti" che arriva seguito dall'esercito dei suoi angeli. Infatti la Santa Comunione, l'eucharistia (ringraziamento), è in maniera più evidente nell'Ortodossia, vero raccoglimento degli uomini verso la loro unica salvezza: Cristo. Il sacerdote al di là dell'Iconostasi inizierà a preparare le Offerte (ta Tìmia Dòra), sbriciolando il pane con la "lancia", una sorta di coltellino che rappresenta la lancia di Longino, in varie parti sul disco composto da diversi "settori" (dedicati ai Santi, alla Vergine, ai vivi e ai morti), rappresentazione simbolica della mangiatoia di Betlemme, del letto di morte e della terra in cui viviamo. Poi l'unirà al vino nel calice, versando dal "zeon" (una piccola anforetta) dell'acqua calda che rappresenta l'acqua uscita dal costato di Gesù e il calore dello Spirito Santo. Una volta benedette le Offerte nel kathaghiasmò, trasformate così nel Corpo e Sangue di Cristo, il sacerdote tirerà la tendina che lo aveva occultato durante la preparazione della Comunione e si porrà al centro dell'iconostasi pronto ad imboccare ogni fedele, come fosse un bambino debole e bisognoso di aiuto, con un piccolo cucchiaino. Tutti i fedeli giungono sul presbiterio e prendendo un fazzoletto purpureo che il sacerdote trattiene per un lembo nella mano in cui sostiene il calice, lo avvicinano alle labbra (perchè neppure una goccia possa cadere), e si comunicano. La sensazione evidente è che tutti questi uomini giunti per trovare il Signore, sono accomunati da un cucchiaino, sono umiliati dall'impotenza e la necessità di salvezza, dall'amore per Cristo che sanerà le piaghe di cisascuno, morali e fisiche. Il vero significato della Comunione diviene così a tutti intelligibile e resta solidamente legato alla Presenza Reale di Cristo in quel calice.

Nessun commento:

Posta un commento