domenica 27 aprile 2014

chiesa e mondanità

Il destino amaro della Fede in occidente


Propongo un lucido scritto che suonerà a taluni un po' antipatico ma che mette il dito nel grosso problema del nostro mondo cristiano: la spiritualità a cui non viene data esauriente e reale risposta. Il grande spettacolo religioso non è fatto per dare risposte profonde! Il destino della spiritualità in Occidente risulta ancora amaro. Ecco la vera radice della decadenza delle sue forme liturgiche ...
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Oggi Papa Wojtyla è stato canonizzato a soli sei anni dalla sua morte. Un caso unico nella storia della Chiesa che in queste faccende è sempre stata tradizionalmente cauta. Il popolo lo voleva 'Santo subito'.

Ma trascorso lo spirito dell'epoca, avido di fretta, di 'eventi', di spettacolo. E si fa sentire, prepotente, il bisogno di un ritorno a quei valori religiosi o comunque a dei valori che la società laica non ha saputo dare. Mentre la popolarità di Wojtyla è andata sempre crescendo, fino all'apoteosi della sua morte, nello stesso tempo, sono crollate le vocazioni (crisi del sacerdozio e degli ordini monacali) e la fede, almeno in Occidente, si è intiepidita fino a ridursi, in molti casi, a una vuota forma. Come si spiega questo duplice paradosso? Con una situazione strutturale della società contemporanea estremamente negativa per il magistero spirituale della Chiesa.

In linea generale la crisi della Chiesa in Occidente deriva dal fatto che il mondo industrializzato si è da tempo desacralizzato. Quando Nietzsche a metà dell'Ottocento proclama "la morte di Dio" non fa che constatare che il senso del sacro è morto nella coscienza dell'uomo occidentale. Un mondo che, come il nostro, si organizza intorno alla produzione, al consumo, al mercato di oggetti materiali o mercifica e commercializza anche ciò che è spirituale, che fa dell'economia e della tecnica i suoi punti di assoluto riferimento, togliendo all'uomo quella centralità che aveva invece nel Medioevo europeo e cristiano, non può partorire valori, tanto meno religiosi. La Chiesa però non è stata capace di intercettare le contro spinte che nascevano da questa situazione, le esigenze spirituali che, sia pur ancora minoritarie, si rifacevano vive dopo l'orgia della razionalizzazione. Perchè proprio nel momento in cui era necessario fare il contrario la Chiesa ha preferito seguire l'onda e si è a sua volta mondanizzata. Invece di opporsi ai tempi li ha cavalcati, nella speranza di non perdere del tutto il contatto coi propri fedeli. Questo calcolo si è rivelato sbagliato. Una Chiesa che si mondanizza, che partecipa al dibattito pubblico, sociale e politico vi ha forse qualche influenza e un indubbio ritorno mediatico ma quanto guadagna in pubblicità perde in presa spirituale. Del mondo ne abbiamo fin sopra i capelli e non sentiamo certo il bisogno che a esso si aggiunga e si sovrapponga un Ente che ha come compito istituzionale quello di curare le anime, per chi crede alla loro esistenza. Ecco perchè sempre più spesso in Occidente molti si rivolgono verso le religioni orientali, il buddismo, l'islamismo oppure si lasciano attrarre dai fenomeni di quella che viene chiamata la 'New Age', dall'esoterismo, dalla magia, dall'occultismo, dal satanismo o addirittura dall'astrologia, per cercare di soddisfare in qualche modo, un modo povero, confuso, lontanissimo dalla sapienza e dalla raffinatezza psicologica della Chiesa di Paolo, i bisogni spirituali cui la Chiesa, oggi, modernizzandosi e mondanizzandosi, dà sempre meno risposta. Oggi questa mondanizzazione della Chiesa è esasperata. Si occupa troppo di politica e del sociale.

A guardar bene, anche l' ecumenismo è perfettamente in linea con la globalizzazione economica e col tentativo di 'reductio ad unum' dell'intero esistente al modello di sviluppo occidentale. È vero che l'idea di progresso appartiene al pensiero giudaico-cristiano, ma per lunghi secoli la Chiesa non aveva mai identificato il Progresso con lo Sviluppo, al quale anzi era stata fieramente avversa se si pensa alla battaglia condotta dalla scuola tomista contro l'economia mercantile.

Ma ciò che ha definitivamente offuscato il messaggio spirituale della chiesa è stato l'uso a tappeto, spregiudicato e anche abbondantemente narcisistico, dei mezzi di comunicazione della Modernità, per cui se è vero che "il mezzo è il messaggio", come diceva McLuhan, ha finito per confondersi con essa. Ecco perchè la popolarità personale degli uomini di chiesa può raggiungere le stelle ma lasciare la Chiesa con le gomme a terra, nel deserto del sacro. Possiamo avere eventi con una folla una immensa e di giovani attratti dall''evento, dallo spettacolo, dalle riprese televisive, dalla smania di protagonismo, ma se si entra in una chiesa italiana, ma anche francese, ma anche spagnola, cioè di Paesi tradizionalmente cattolici, in un giorno che non sia la canonica mattina di domenica quando i sepolcri imbiancati del ceto medio vanno a rendere un omaggio formale al culto e alla loro superstizione, si trovano solo quattro vecchiette strapenate, terrorizzate dalla vicinanza della morte, ma di quella folla di giovani non c'è traccia.

Possiamo essere delle popstar, ma dal punto di vista spirituale la nostra parola avrà il peso di quella di una popstar, o poco più.

M. F.

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