Quotidiano Avvenire: Le Iniziative alternativa ad halloween
Madonna e i 14 Santi Ausiliatori
Dal quotidiano cattolico Avvenire, di cui condividiamo l’appello fatto al Presidente della Repubblica per scongiurare “ il rischio imminente di chiusura che coinvolge un centinaio di giornali politici, cooperativi, non profit ( fra cui diversi storici giornali Diocesani N.D.R.) e di idee e per la conseguente perdita del lavoro per svariate migliaia di giornalisti e poligrafici” prendiamo due iniziziative che verranno realizzate oggi per arginare la pericolosa e demente “Notte di Halloween” che negli ultimi anni ha raggiunto città e paesi della nostra bella Patria. (A.C.)
A proposito di Halloween
da: http://caorleduomo.blogspot.com/
Ricordo che, quand'ero bambino, questo periodo dell'anno era sentito come particolarmente importante; si avvicinava infatti la festa di Tutti i Santi, in occasione della quale si stava a casa da scuola e si andava a Messa, il che faceva di questo giorno un po' una "domenica", anche se cadeva in mezzo alla settimana. Il giorno successivo, poi, era il "giorno dei morti"; anche in quell'occasione le scuole erano chiuse, e anche se non c'era la Messa come la domenica, si avvertiva in famiglia un certo clima raccolto: addirittura alcuni miei parenti accendevano un lumino in casa davanti alle fotografie dei nostri cari defunti, come a tenerne più vivo il ricordo in questo periodo dell'anno. Da allora non sono passati tanti anni; eppure, a guardarsi intorno, sembra addirittura di abitare in un'altra nazione: zucche esposte in quasi tutti gli esercizi pubblici, per non parlare di scheletrini e maschere da carnevale mal riuscite, e già da una settimana circa si cominciano a sentire, la sera, i primi scoppi di petardi, come se fossimo già al veglione di san Silvestro. E' Halloween, la "festa" che ha sostituito quella di Ognissanti.
Sembra quasi impossibile che in così poco tempo il nostro mondo abbia subito un cambiamento così drastico, tanto da importare e quasi fare propria una "tradizione" che non gli appartiene. Infatti i bambini di oggi, all'avvicinarsi del mese di novembre, non pensano più ai Santi o ai propri defunti: prima di tutto si sta avvicinando Halloween. Ascoltando, poi, le opinioni della gente, alcuni pensano che, in fin dei conti, è soltanto una carnevalata, anche se fuori stagione; sì, i più adulti sono perplessi dalla sua diffusione, anche perché non la sentono come un'usanza propria, ma, dopo tutto, non fa del male a nessuno, anzi, fa divertire i bambini e i ragazzi. Altri, addirittura, colgono l'occasione per criticare la Chiesa, che, resasi conto della diffusione massiccia di questa "festa", da un po' di anni fa sentire la sua voce contraria.
Ma siamo davvero sicuri che quella di Halloween sia soltanto una festa in maschera, un modo per far divertire i bambini e per far fare baldoria ai giovani? Vorrei riflettere su due temi in particolare; il primo è quello del culto dei defunti, che da questa falsa tradizione viene completamente svalutato. La religione cattolica ha da sempre considerato degno di particolare rispetto il ricordo dei defunti; i cattolici, infatti, credono nella risurrezione della carne e nella Comunione dei Santi. Basti pensare, storicamente parlando, alla posizione dei cimiteri cristiani nei primi secoli dopo la libertà di culto: essi erano costruiti proprio adiacenti alle chiese, e addirittura, in alcuni casi, i defunti venivano seppelliti all'interno dello stesso edificio sacro. Un esempio tangibile di questo è il nostro Duomo, che è antico a sufficienza: sotto il portone principale sono rimaste ancora delle tombe di antiche famiglie caorlotte e davanti al campanile, dove ora sorge il centro civico, vi era il primo cimitero cittadino. Questo perché i cristiani credono che, specialmente nella Santa Messa, il cielo e la terra si uniscano in un'unica liturgia; così, quando il cristiano si recava in chiesa si ricongiungeva invisibilmente con i propri cari defunti nell'adorazione del Santo Sacrificio, ed avere le tombe vicino alle chiese era un modo ancor più forte per sottolineare questo aspetto. Poi, a partire dall'età napoleonica, i cimiteri sono stati gradualmente rimossi dai centri delle città: il cimitero di Caorle, ad esempio, fu spostato dal sagrato del Duomo alla via che porta alla sacheta (a quel tempo il confine della città), e via via più in periferia, quasi a voler allontanare dai vivi il ricordo dei propri morti e l'idea stessa che la morte è una condizione comune della vita. Ciononostante anche oggi, almeno nell'immediatezza della dipartita di una persona, credenti e non credenti si stringono con affetto tra loro e intorno alle famiglie che hanno subito il lutto con profondo rispetto e condoglianza.
Cosa comporta, allora, Halloween per il culto dei morti? Certamente oggi non possiamo più riferirci liberamente, come si faceva fino a qualche anno fa, al 2 novembre come al "giorno dei morti" senza timore di essere fraintesi. Provate a pensarci anche voi: se si parla di "giorno dei morti" si pensa più facilmente al titolo di un film dell'orrore che al nome della ricorrenza che cade a inizio novembre. Da uno stato di rispetto, non oso dire timore, per la morte e per i defunti, si passa ad una completa de-sacralizzazione, che significa anche mancanza di rispetto. Pensiamo quindi bene a quale messaggio mandiamo ai bambini quando li si veste da vampiri, zombie e quant'altro; la concezione stessa della vita dopo la morte viene stravolta, passando dalla condizione ultraterrena dei Novissimi, che da sempre viene indicata come "eterno riposo", ad una sorta di dannazione che vede i morti risvegliarsi su questa terra e comportarsi come dei demoni. Non solo, ma, complici una certa letterattura e cinematografia moderne, che come al solito, per far leva sui giovani, si avvalgono di messaggi più o meno esplicitamente sessuali, è proprio quest'ultima "vita" dopo la morte ad essere presentata come allettante ed affascinante, mentre quella religiosa è vista piuttosto come perdente e deleteria. Tanto che molti genitori si fanno molti più problemi a portare i propri bambini in cimitero per visitare con pietà le tombe dei propri cari che a fargli guardare o leggere le storie di vampiri e di zombie; oppure molti giovani, che ritengono la fede una creduloneria da cretini, si perdono in queste superstizioni fino a cadare vittime di cose abominevoli, come divinazione e sedute spiritiche.
Da questo mi aggancio al secondo aspetto della "festa di Halloween" su cui volevo riflettere, ossia l'avvicinamento all'occulto e l'esposizione agli influssi demoniaci. Halloween, infatti, è nata in diversi Paesi e con diverse culture: in Germania ed Inghilterra, da usanze sciamaniche celtiche, ma soprattutto in Irlanda, dove ha preso la connotazione spiritistica che ha ancora oggi. La famosa zucca intagliata è infatti legata alla leggenda di Sunny Jack, un fabbro dissoluto che aveva fatto un patto col diavolo e, al termine della sua vita, non fu accolto in Paradiso, né all'inferno, condannando la sua anima ad errare per sempre sulla terra con un lumino che inserì in una rapa cava per farsi luce. Questa è la vera storia delle zucche che vediamo esposte nei negozi, nelle case, alle feste di compleanno dei bambini... Vittime di quel consumismo che ha trasformato ormai tutte le feste religiose in occasioni redditizie per pochi. Non è un caso, a questo proposito, che per i bambini la vera festa di questo periodo sia Halloween: ma la parola "Halloween" deriva da All Hallows' Eve, che vuol dire "Vigilia di Tutti i Santi"; chiamare, dunque, "festa" questa sorta di ricorrenza significa fare della vigilia occasione più importante della festa vera e propria, che è Ognissanti, la quale viene oggi per lo più snobbata, dai giovani che la sera prima hanno fatto i bagordi fino a tardi e, sempre più spesso, anche dai bambini e i loro genitori. Possiamo credere e convincerci, quindi, che questi che lancia la Chiesa siano solo degli allarmi senza significato, ma nel frattempo, nel modo di sentire comune, Tutti i Santi, festa religiosa, ha ceduto il passo alla sua vigilia, "festa" pagana. E cos'è questa, se non l'opera del diavolo?
Voglio concludere con l'augurio per tutti i lettori di una buona festa di Tutti i Santi ed una santa Commemorazione dei Fedeli Defunti; in sintonia con quanto predica la Chiesa, vorrei spronare ad un atto di coraggio i genitori dei bambini più piccoli, quelli che, se non andranno vestiti da scheletrino o da vampiro per le strade della città forse si sentiranno un po' diversi dagli altri loro amichetti. E' vero che saranno diversi dai loro amichetti, ma in alcuni casi, e questo è certamente uno di quelli, c'è una diversità positiva, che conferisce pregi e originalità. E a coloro che pensano che prendere in giro i morti sia solo un modo per "esorcizzare" la paura della morte vorrei rispondere che si esorcizzano il diavolo e i suoi demoni; quelli bisogna scacciare con forza dalla nostra vita e da quella dei bambini, e non il ricordo delle persone care defunte e il pensiero che un giorno anche noi moriremo, cosa che ci aiuta a vivere con umiltà e letizia la nostra vita presente.
Sembra quasi impossibile che in così poco tempo il nostro mondo abbia subito un cambiamento così drastico, tanto da importare e quasi fare propria una "tradizione" che non gli appartiene. Infatti i bambini di oggi, all'avvicinarsi del mese di novembre, non pensano più ai Santi o ai propri defunti: prima di tutto si sta avvicinando Halloween. Ascoltando, poi, le opinioni della gente, alcuni pensano che, in fin dei conti, è soltanto una carnevalata, anche se fuori stagione; sì, i più adulti sono perplessi dalla sua diffusione, anche perché non la sentono come un'usanza propria, ma, dopo tutto, non fa del male a nessuno, anzi, fa divertire i bambini e i ragazzi. Altri, addirittura, colgono l'occasione per criticare la Chiesa, che, resasi conto della diffusione massiccia di questa "festa", da un po' di anni fa sentire la sua voce contraria.
Ma siamo davvero sicuri che quella di Halloween sia soltanto una festa in maschera, un modo per far divertire i bambini e per far fare baldoria ai giovani? Vorrei riflettere su due temi in particolare; il primo è quello del culto dei defunti, che da questa falsa tradizione viene completamente svalutato. La religione cattolica ha da sempre considerato degno di particolare rispetto il ricordo dei defunti; i cattolici, infatti, credono nella risurrezione della carne e nella Comunione dei Santi. Basti pensare, storicamente parlando, alla posizione dei cimiteri cristiani nei primi secoli dopo la libertà di culto: essi erano costruiti proprio adiacenti alle chiese, e addirittura, in alcuni casi, i defunti venivano seppelliti all'interno dello stesso edificio sacro. Un esempio tangibile di questo è il nostro Duomo, che è antico a sufficienza: sotto il portone principale sono rimaste ancora delle tombe di antiche famiglie caorlotte e davanti al campanile, dove ora sorge il centro civico, vi era il primo cimitero cittadino. Questo perché i cristiani credono che, specialmente nella Santa Messa, il cielo e la terra si uniscano in un'unica liturgia; così, quando il cristiano si recava in chiesa si ricongiungeva invisibilmente con i propri cari defunti nell'adorazione del Santo Sacrificio, ed avere le tombe vicino alle chiese era un modo ancor più forte per sottolineare questo aspetto. Poi, a partire dall'età napoleonica, i cimiteri sono stati gradualmente rimossi dai centri delle città: il cimitero di Caorle, ad esempio, fu spostato dal sagrato del Duomo alla via che porta alla sacheta (a quel tempo il confine della città), e via via più in periferia, quasi a voler allontanare dai vivi il ricordo dei propri morti e l'idea stessa che la morte è una condizione comune della vita. Ciononostante anche oggi, almeno nell'immediatezza della dipartita di una persona, credenti e non credenti si stringono con affetto tra loro e intorno alle famiglie che hanno subito il lutto con profondo rispetto e condoglianza.
Cosa comporta, allora, Halloween per il culto dei morti? Certamente oggi non possiamo più riferirci liberamente, come si faceva fino a qualche anno fa, al 2 novembre come al "giorno dei morti" senza timore di essere fraintesi. Provate a pensarci anche voi: se si parla di "giorno dei morti" si pensa più facilmente al titolo di un film dell'orrore che al nome della ricorrenza che cade a inizio novembre. Da uno stato di rispetto, non oso dire timore, per la morte e per i defunti, si passa ad una completa de-sacralizzazione, che significa anche mancanza di rispetto. Pensiamo quindi bene a quale messaggio mandiamo ai bambini quando li si veste da vampiri, zombie e quant'altro; la concezione stessa della vita dopo la morte viene stravolta, passando dalla condizione ultraterrena dei Novissimi, che da sempre viene indicata come "eterno riposo", ad una sorta di dannazione che vede i morti risvegliarsi su questa terra e comportarsi come dei demoni. Non solo, ma, complici una certa letterattura e cinematografia moderne, che come al solito, per far leva sui giovani, si avvalgono di messaggi più o meno esplicitamente sessuali, è proprio quest'ultima "vita" dopo la morte ad essere presentata come allettante ed affascinante, mentre quella religiosa è vista piuttosto come perdente e deleteria. Tanto che molti genitori si fanno molti più problemi a portare i propri bambini in cimitero per visitare con pietà le tombe dei propri cari che a fargli guardare o leggere le storie di vampiri e di zombie; oppure molti giovani, che ritengono la fede una creduloneria da cretini, si perdono in queste superstizioni fino a cadare vittime di cose abominevoli, come divinazione e sedute spiritiche.
Da questo mi aggancio al secondo aspetto della "festa di Halloween" su cui volevo riflettere, ossia l'avvicinamento all'occulto e l'esposizione agli influssi demoniaci. Halloween, infatti, è nata in diversi Paesi e con diverse culture: in Germania ed Inghilterra, da usanze sciamaniche celtiche, ma soprattutto in Irlanda, dove ha preso la connotazione spiritistica che ha ancora oggi. La famosa zucca intagliata è infatti legata alla leggenda di Sunny Jack, un fabbro dissoluto che aveva fatto un patto col diavolo e, al termine della sua vita, non fu accolto in Paradiso, né all'inferno, condannando la sua anima ad errare per sempre sulla terra con un lumino che inserì in una rapa cava per farsi luce. Questa è la vera storia delle zucche che vediamo esposte nei negozi, nelle case, alle feste di compleanno dei bambini... Vittime di quel consumismo che ha trasformato ormai tutte le feste religiose in occasioni redditizie per pochi. Non è un caso, a questo proposito, che per i bambini la vera festa di questo periodo sia Halloween: ma la parola "Halloween" deriva da All Hallows' Eve, che vuol dire "Vigilia di Tutti i Santi"; chiamare, dunque, "festa" questa sorta di ricorrenza significa fare della vigilia occasione più importante della festa vera e propria, che è Ognissanti, la quale viene oggi per lo più snobbata, dai giovani che la sera prima hanno fatto i bagordi fino a tardi e, sempre più spesso, anche dai bambini e i loro genitori. Possiamo credere e convincerci, quindi, che questi che lancia la Chiesa siano solo degli allarmi senza significato, ma nel frattempo, nel modo di sentire comune, Tutti i Santi, festa religiosa, ha ceduto il passo alla sua vigilia, "festa" pagana. E cos'è questa, se non l'opera del diavolo?
Voglio concludere con l'augurio per tutti i lettori di una buona festa di Tutti i Santi ed una santa Commemorazione dei Fedeli Defunti; in sintonia con quanto predica la Chiesa, vorrei spronare ad un atto di coraggio i genitori dei bambini più piccoli, quelli che, se non andranno vestiti da scheletrino o da vampiro per le strade della città forse si sentiranno un po' diversi dagli altri loro amichetti. E' vero che saranno diversi dai loro amichetti, ma in alcuni casi, e questo è certamente uno di quelli, c'è una diversità positiva, che conferisce pregi e originalità. E a coloro che pensano che prendere in giro i morti sia solo un modo per "esorcizzare" la paura della morte vorrei rispondere che si esorcizzano il diavolo e i suoi demoni; quelli bisogna scacciare con forza dalla nostra vita e da quella dei bambini, e non il ricordo delle persone care defunte e il pensiero che un giorno anche noi moriremo, cosa che ci aiuta a vivere con umiltà e letizia la nostra vita presente.
TORINO - RIFLESSIONI E PREGHIERA :
LA NOTTE E’ GIOVANE
A centinaia i giovani che parteciperanno all'iniziativa dell'Ufficio di pastorale giovanile.
Alle 18 l'incontro con l'arcivescovo Nosiglia e una tavola rotonda con altre personalità, poi la messa,i canti, l'adorazione.
da Torino, Federica Bello
Alle 18 l'incontro con l'arcivescovo Nosiglia e una tavola rotonda con altre personalità, poi la messa,i canti, l'adorazione.
da Torino, Federica Bello
Nel cuore della «movida» torinese, tra i locali che propongono i feste di Halloween, balli per streghe e fantasmi, domani sera ci saranno anche i giovani della "Notte dei santi " per riflettere, pregare e fare festa insieme.
L'iniziativa è dell'Ufficio di pastorale giovanile dell'arcidiocesi subalpina che anche quest'anno alla vigilia ai Ognis¬santi rilancia l'invito a seguire un cam¬mino di santità. «Rispetto al passato -spiega don Maurizio De Angeli, direttore dell'Ufficio giovani - abbiamo "allungato" l'iniziativa: non ci si ritrova più alle 22, ma già alle 18 con un momento di riflessione e dialogo. Una prima occasione per trasmettere ai giovani il messaggio che la santità è anche im¬pegno concreto per il bene comune; non è un percorso disincarnato dal quotidiano, ma la meta di un cam¬mino che, radicato nel Vangelo e nella preghiera, si esprime poi nell impegno concreto per la società».
La «Notte» inizierà dunque alle 18 preso il Centro incontri della Regione Piemonte (corso Stati Uniti, 23): protagonisti l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, l'ex rettore del Politecnico di Torino e ora presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Francesco Profumo, il priore della Comunità di Bose, Enzo Bianchi, e il fondatore del Sermig, Ernesto Olivero. Si confronteranno e dialogheranno con i giovani a partire dal tema «Camminare insieme: uniti per il bene comune del nostro Paese», collegato anche ai 150 anni dell'Unità d'Italia. Dalla riflessione alla preghiera: alle 21 nella chiesa della Santissima Annunziata, in via Po, una delle vie del centro più frequentata la sera dai giovani, che confluisce in piazza Vittorio all'altezza dei Murazzi, l'arcivescovo celebrerà la Messa.
«Nell'Eucaristia infatti - prosegue don De Angeli - fondiamo il nostro cammino, celebriamo e festeggiamo i santi, troviamo la forza per guardare a cose grandi, per continuare a crescere guardando in alto».
Al termine della celebrazione, sia la chiesa dell'Annunziata sia l'altra chiesa della stessa via Po, San Francesco da Paola, resteranno aperte sino alla mezzanotte proponendo momenti di adorazione eucaristica guidata, preghiere e canti organizzati grazie alla collaborazione di nu¬merose associazioni impegnate nella pastorale giovanile (le Senti¬nelle del Mattino, il Tic, il Centro diocesano vocazioni, il Movimento dei Focolari, l'associazione Pier Giorgio Frassati, la Noi Torino, la Hopeel'Agesci). «Chi lo desidera - conclude don De Angeli -potrà così soffermarsi dopo la Messa per prolungare la preghiera o per confessarsi, inoltre davanti alla porta delle due chiese alcu¬ni giovani inviteranno i coetanei "di passaggio" a entrare a farsi raccontare cosa si sta facendo e festeggiando. Per non dimenticare poi che la "Notte dei santi" è una festa e che i Santi non vivevano fuori dal mondo, altri giovani, sempre dalle 22 alla mezzanotte si esibiranno su un palco in fondo a piazza Vittorio da dove si accede ai locali dei Murazzi». Proposte musicali e di cabaret con Francesco Sportelli, i Cometha, Giampiero Perone e Gigi Cotichella per invitare i giovani torinesi a divertirsi in allegria, senza scomodare zucche e fantasmi.
Leggere anche dal sito della Stampa la dichiarazione che ieri ha fatto al riguardo l’Arcivescovo di Torino S.E.R. Mons. Cesare Nosiglia : “«La prossima festa dei Santi e la commemorazione dei fedeli defunti, tanto care alla tradizione anche familiare del popolo cristiano, da anni sono contaminate da Halloween. Mi auguro che i genitori e gli educatori rigettino l'illusione che questa festa importata dagli Stati Uniti sia, tutto sommato, una carnevalata allegra e innocua, che non lascia traccia. E comprendano invece il rischio che comporta l'assecondare una festa che fa dello spiritismo e del senso del macabro il suo centro ispiratore. Tale festa non ha nulla a che vedere con la visione cristiana della vita e della morte; e il fatto che si tenga in prossimità delle feste dei Santi e del suffragio ai defunti rischia sul piano educativo di snaturarne il messaggio spirituale, religioso, umano e sociale che questi momenti forti della fede cristiana portano con sé».
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/427318/ N.D.R.)
Sempre dalla stessa pagina di Avvenire
Sempre dalla stessa pagina di Avvenire
LE INIZIATIVE: GENOVA, PREGHIERA NELLA CHIESA DEL GESÙ
Un «momento forte di preghiera, animato dai giovani», un'occasione per «esercitare ia nostra responsabilità morale e spirituale nei confronti del peccato» e per «vivere orazione piò genuina nei fronti dei santi e dei defunti». Così don Guido Gallese, responsabiìe della Pastorale giovanile di Genova, ha presentato ia a di preghiera che si terrà domani sera presso la chiesa del Gesù in piazza Matteotti, dalle 21 fino a mezzanotte per l'adorazione
iiristica con canti e preghiere, (A. Tor)
iiristica con canti e preghiere, (A. Tor)
AD ACIREALE LA «MARCIA DEI SANTI»
Si chiama la «Marcia dei Santi» ed è organizzata dalla parrocchia San Martino Vescovo di Carruba, frazione condivisa dai comuni di Giarre e Riposto, nella diocesi di Acireale, Da qui, domani alle 15,30, tra canti, slogan e dolci tradizionali, si muoverà per alcune vìe del paese un corteo di ragazzi del catechismo vestiti da santi. “I morti (che si sono addormentati santamente nel Signore N.D.R.) , spiegano gli organizzatori, non sono fantasmi o streghe, zombi o mostri, ma modelli da seguire, fratelli che hanno raggiunto la casa del Padre, persone vive e felici che vegliano su di noi” ( M.G.L.)