lunedì 3 ottobre 2011

Transito di San Francesco: antifona al Magnificat dei primi Vespri. Il tramonto di Francesco è il suo vero sorgere



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Una splendida esecuzione di voci femminili (Armoniosoincanto) dell'Antifona al Magnificat "O stupor et gaudium", per la vigilia della solennità del Padre San Francesco (che è proprio oggi, 3 ottobre).
Fa parte del più antico ufficio liturgico composto per il Santo di Assisi dal grande musicista francescano Giuliano da Spira, pochi anni dopo la canonizzazione del Serafico Patriarca (verso il 1231). Nel nuovo ufficio Romano-Serafico, in uso oggi, questa antica perla è stata sostituita con un'altra antifona.
Qui a lato, per chi volesse cantarla, riporto anche lo spartito dell'antifona "O stupor" come si trova nel Cantuale Romano-Seraphicum.

O stupor et gaudium, o iudex homo mentium,
tu nostrae militae currus et auriga.
Ignea praesentibus transfiguratum fratribus,
in solari facie vexit te quadriga.
In te signis radians, in te ventura nuntians,
requievit spiritus duplex prophetarum.
Tuis adsta posteris, pater Francisce, miseris:
nam increscunt gemitus ovium tuarum

O gioia sorprendente, o uomo, giudice delle anime,
tu carro e cocchiere del nostro esercito.
Trasfigurato agli occhi dei frati presenti, davanti al sole
ti trasportò l'infuocata quadriga
Su di te, splendendo di miracoli e annunciando il futuro
riposò il duplice spirito dei profeti.
Assisti, o Padre Francesco, i tuoi discendenti derelitti:
crescono infatti i gemiti delle tue pecorelle



L'antifona fa evidente riferimento all'episodio famoso: Francesco visto da alcuni suoi frati come il profeta Elia su un carro di fuoco; visione poi riportata nella leggenda Maggiore e affrescata infine da Giotto nella Basilica superiore di Assisi.
San Bonaventura, Legenda maior (IV,4): Pregando il beato Francesco in un tugurio ed essendo i suoi frati in un altro tugurio fuori dalla città, alcuni riposando e altri perseverando nelle orazioni, ed essendo il santo corporalmente lontano dai suoi figli, ecco che costoro videro il beato Francesco sopra un carro infocato e splendente correre per la casa, circa la mezzanotte, mentre il tugurio risplendeva d'una grande luce; onde stupirono quelli che vegliavano, si destarono e spaventarono gli altri che dormivano.



Testo preso da: Cantuale Antonianum http://www.cantualeantonianum.com/#ixzz1ZihAna2O
http://www.cantualeantonianum.com

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