Papa Francesco sulla liturgia:
"Durante la Messa il Signore è presente
sull'altare per essere offerto al Padre
per la salvezza del mondo"
Come entrare nel tempo e nello spazio di Dio
Papa Francesco rompe a sorpresa il suo silenzio sulla liturgia. "È la nube di Dio che ci avvolge tutti", dice. E invoca un ritorno al vero senso del sacro
di Sandro Magister, da Chiesa Espresso on line del 14.02.2014
ROMA, 14 febbraio 2014 – A cinquant'anni dalla promulgazione del documento del concilio Vaticano II sulla liturgia, in Vaticano solennizzano l'avvenimento con un convegno di tre giorni alla pontificia università del Laterano, promosso dalla congregazione per il culto divino, il 18-20 di questo mese.La liturgia non è apparsa finora in primo piano nella visione di papa Francesco. Nella lunga intervista-confessione a "La Civiltà Cattolica" della scorsa estate, ridusse la riforma liturgica conciliare a questa sbrigativa definizione: "un servizio al popolo come rilettura del Vangelo a partire da una situazione storica concreta".Non una parola di più, se non per il "preoccupante rischio di ideologizzazione del Vetus Ordo, la sua strumentalizzazione".
Ma lunedì 10 febbraio, all'improvviso, Jorge Mario Bergoglio ha rotto il silenzio e ha dedicato alla liturgia l'intera omelia della messa mattutina nella cappella di Santa Marta. Dicendo cose che non aveva mai detto in precedenza, da quando è papa.Quella mattina, nella messa si leggeva il primo libro dei Re, quando durante il regno di Salomone la nube, la gloria divina, riempì il tempio e "il Signore decise di abitare nella nube".Prendendo spunto da quella "teofania", papa Jorge Mario Bergoglio ha detto che "nella liturgia eucaristica Dio è presente", in modo ancor "più vicino" che nella nube nel tempio, la sua "è una presenza reale".
Ma lunedì 10 febbraio, all'improvviso, Jorge Mario Bergoglio ha rotto il silenzio e ha dedicato alla liturgia l'intera omelia della messa mattutina nella cappella di Santa Marta. Dicendo cose che non aveva mai detto in precedenza, da quando è papa.Quella mattina, nella messa si leggeva il primo libro dei Re, quando durante il regno di Salomone la nube, la gloria divina, riempì il tempio e "il Signore decise di abitare nella nube".Prendendo spunto da quella "teofania", papa Jorge Mario Bergoglio ha detto che "nella liturgia eucaristica Dio è presente", in modo ancor "più vicino" che nella nube nel tempio, la sua "è una presenza reale".
E ha proseguito:
"Quando parlo di liturgia mi riferisco principalmente alla santa messa. La messa non è una rappresentazione, è un’altra cosa. È vivere un’altra volta la passione e la morte redentrice del Signore. È una teofania: il Signore si fa presente sull’altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo".Più avanti il papa ha detto:"La liturgia è tempo di Dio e spazio di Dio, e noi dobbiamo metterci lì nel tempo di Dio, nello spazio di Dio e non guardare l’orologio. La liturgia è proprio entrare nel mistero di Dio, lasciarsi portare al mistero ed essere nel mistero. È la nube di Dio che ci avvolge tutti".E tornando a un suo ricordo d'infanzia:"Io ricordo che da bambino, quando ci preparavano alla prima comunione, ci facevano cantare: “'O santo altare custodito dagli angeli”, e questo ci faceva capire che l’altare era davvero custodito dagli angeli, ci dava il senso della gloria di Dio, dello spazio di Dio, del tempo di Dio". Avviandosi alla conclusione, Francesco ha invitato i presenti a "chiedere oggi al Signore che dia a tutti questo senso del sacro, questo senso che ci faccia capire che una cosa è pregare a casa, pregare il rosario, pregare tante belle preghiere, fare la via crucis, leggere la bibbia, e un’altra cosa è la celebrazione eucaristica. Nella celebrazione entriamo nel mistero di Dio, in quella strada che noi non possiamo controllare. Lui soltanto è l’unico, lui è la gloria, lui è il potere. Chiediamo questa grazia: che il Signore ci insegni a entrare nel mistero di Dio".
"Quando parlo di liturgia mi riferisco principalmente alla santa messa. La messa non è una rappresentazione, è un’altra cosa. È vivere un’altra volta la passione e la morte redentrice del Signore. È una teofania: il Signore si fa presente sull’altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo".Più avanti il papa ha detto:"La liturgia è tempo di Dio e spazio di Dio, e noi dobbiamo metterci lì nel tempo di Dio, nello spazio di Dio e non guardare l’orologio. La liturgia è proprio entrare nel mistero di Dio, lasciarsi portare al mistero ed essere nel mistero. È la nube di Dio che ci avvolge tutti".E tornando a un suo ricordo d'infanzia:"Io ricordo che da bambino, quando ci preparavano alla prima comunione, ci facevano cantare: “'O santo altare custodito dagli angeli”, e questo ci faceva capire che l’altare era davvero custodito dagli angeli, ci dava il senso della gloria di Dio, dello spazio di Dio, del tempo di Dio". Avviandosi alla conclusione, Francesco ha invitato i presenti a "chiedere oggi al Signore che dia a tutti questo senso del sacro, questo senso che ci faccia capire che una cosa è pregare a casa, pregare il rosario, pregare tante belle preghiere, fare la via crucis, leggere la bibbia, e un’altra cosa è la celebrazione eucaristica. Nella celebrazione entriamo nel mistero di Dio, in quella strada che noi non possiamo controllare. Lui soltanto è l’unico, lui è la gloria, lui è il potere. Chiediamo questa grazia: che il Signore ci insegni a entrare nel mistero di Dio".
Nessun commento:
Posta un commento