Silvana De Mari
Vale per l’aggressività e la virilità la stessa regola che vale per la sessualità, per la debolezza, per l’egoismo, per il grasso, per il numero di paia di scarpe, per il colesterolo: l’eccesso uccide, ma la mancanza non è compatibile con la sopravvivenza. Le società dove la virilità è iper esaltata diventano un inferno in terra per le donne, ma anche per gli uomini: ogni riferimento all’Afganistan e all’Arabia Saudita è puramente intenzionale. Le società dove la virilità è disprezzata, criminalizzata e cancellata annegano nella desolazione, e muoiono di denatalità.
Se questi due tipi di società entrano in contatto quelle iper virili rischiano di annientare le seconde. Il deliro è che senza il nostro lato oscuro saremmo perfetti. Senza il nostro lato oscuro saremmo incompleti, il che vuol dire non vitali. Il delirio è stato affermare che una nazione demilitarizzata, senza esercito, possa continuare a esistere, quindi poliziotti e soldati sono cattivi a prescindere, per definizione. Senza le virtù virili dell’aggressività, dell’intolleranza, dell’arroganza e del coraggio un gruppo smette di essere vitale. L’uomo occidentale postmoderno ha smesso di essere aggressivo con le donne, grazie al femminismo: questa affermazione è falsa.
La percentuale di maschi che aggredisce la donna non è diminuita. Ma credete che negli Anni ’50 gli uomini tornassero a casa a picchiare le mogli? Credete che oggi nei pronto soccorso non arrivino più donne con i lividi perché l’8 marzo diciamo tante parole? La percentuale di donne che resta a prenderle è rimasta identica, o forse è peggiorata perché manca il tessuto sociale, famiglia di lei, famiglia di lui, parrocchia, che prima interveniva. La prostituzione, quella brutta, quella delle ragazzine in piedi sul bordo delle strade, è aumentata a dismisura, la pornografia è talmente aumentata che è diventata normale. Siamo arrivati all’ultima palata di diritti umani: la maternità surrogata. Gli alberi si giudicano dai frutti.
L’uomo contemporaneo occidentale postmoderno le donne non le difende più. E non è più disposto a morire per loro. “Prima le donne e i bambini” è diventata una regola obsoleta. E c’è una forma di violenza contro le donne più grave dell’urlata e del ceffone, una forma di violenza contro i figli più deleteria del batterli, dello sfruttarli o del venderli.
Se questi due tipi di società entrano in contatto quelle iper virili rischiano di annientare le seconde. Il deliro è che senza il nostro lato oscuro saremmo perfetti. Senza il nostro lato oscuro saremmo incompleti, il che vuol dire non vitali. Il delirio è stato affermare che una nazione demilitarizzata, senza esercito, possa continuare a esistere, quindi poliziotti e soldati sono cattivi a prescindere, per definizione. Senza le virtù virili dell’aggressività, dell’intolleranza, dell’arroganza e del coraggio un gruppo smette di essere vitale. L’uomo occidentale postmoderno ha smesso di essere aggressivo con le donne, grazie al femminismo: questa affermazione è falsa.
La percentuale di maschi che aggredisce la donna non è diminuita. Ma credete che negli Anni ’50 gli uomini tornassero a casa a picchiare le mogli? Credete che oggi nei pronto soccorso non arrivino più donne con i lividi perché l’8 marzo diciamo tante parole? La percentuale di donne che resta a prenderle è rimasta identica, o forse è peggiorata perché manca il tessuto sociale, famiglia di lei, famiglia di lui, parrocchia, che prima interveniva. La prostituzione, quella brutta, quella delle ragazzine in piedi sul bordo delle strade, è aumentata a dismisura, la pornografia è talmente aumentata che è diventata normale. Siamo arrivati all’ultima palata di diritti umani: la maternità surrogata. Gli alberi si giudicano dai frutti.
L’uomo contemporaneo occidentale postmoderno le donne non le difende più. E non è più disposto a morire per loro. “Prima le donne e i bambini” è diventata una regola obsoleta. E c’è una forma di violenza contro le donne più grave dell’urlata e del ceffone, una forma di violenza contro i figli più deleteria del batterli, dello sfruttarli o del venderli.
Un uomo che si sottragga al diventare sposo e padre sta commettendo una violenza letteralmente distruttiva. Uccidere fa sì che la vita non esista. Non far nascere è una maniera perché la vita non esista. Lui si dichiara un ragazzo di trentanove anni, lei ne ha trentasei e finalmente è incinta. Si sono sbagliati, la natura ha vinto e lei è incinta. Ma lui «non è sicuro di essere pronto». Questi non uomini inutilmente maschi hanno «scoperto il loro lato femminile» e «finalmente osano discutere dei loro sentimenti». Il che tradotto in parole povere e comprensibili vuol dire che parlano come le sedicenni nelle soap opera. «Non sono sicuro di essere pronto e non so se sono veramente innamorato o no.»
Un uomo non deve chiedersi se è innamorato di una donna incinta di lui, deve sposarla e mantenerne il figlio. Se dopo dieci anni saranno ancora insieme avrà la risposta: era innamorato. Altrimenti no, ma almeno il bambino esisterà e respirerà. L’esistenza degli anticoncezionali e l’infernale facilità dell’orrenda e tragica pratica dell’aborto fanno sì che lui si ritenga libero di disinteressarsi della scelta, mettere al mondo un figlio, che essendo un’opzione è interpretata come una costrizione. C’era la pillola, lei è rimasta incinta è un problema suo. C’è l’aborto, se lei non vuole abortire è una scelta sua e ne porti il peso. Un vero uomo dovrebbe vivere il ventre sacro di quella donna come il suo territorio. Il mio corpo è mio, hanno gridato le bizzarre rappresentanti del movimento di liberazione femminile, senza capire che millenni di regole sulla sessualità servivano proprio a evitare la dannata tentazione dell’uomo a non spaccarsi la schiena per proteggere e sfamare la sua donna e i suoi bambini. Il femminismo ha reso le femmine del mondo occidentale le donne ideali dei maschi irresponsabili.
La libertà sessuale è diventata libertà di promiscuità sessuale, buttando sulle donne una sessualità usa e getta di tipo maschile dove le ragazzine restano incastrate, e soprattutto eliminando ogni responsabilità. Se viene a letto con me chi me lo fa fare a sposarla e perché avere dei figli, se possiamo farne a meno? Noi eravamo le custodi dell’istinto materno, e l’istinto materno è stato annientato dall’irresponsabilità di una sessualità fine a se stessa. Simone de Beauvoir, una delle tante che non avendo mai avuto il coraggio di diventare madre e ha vomitato odio contro chi osava farlo e contro gli uomini che erano loro vicino, ora ha vinto la sua guerra.
“Miriadi di donne valorosamente e intelligentemente sole tirano su da sole i loro bambini, quindi puoi farlo anche tu, cara. Decenni di femminismo hanno affermato che il padre è inutile se non dannoso, chi sono io per negare questa evidenza? Un mucchio di donne intelligenti sono così fiere di non essere madri: se tu vuoi fare questa sciocchezza, sono affari tuoi”. Questo è in sintesi il discorso del ragazzo di 39 anni, e lei dopo averci pensato crede che, forse, tutto sommato, l’aborto è la soluzione migliore, e così una scelta che avrebbe dovuto essere la risposta estrema a situazioni estreme si banalizza in una norma. E quando lo rimpiangerà sarà dannatamente tardi. Io ascolto le voci di queste donne e sono terribili. Oppure ha il meraviglioso coraggio di tenerselo e comincia quella vita difficile che è la madre singola.
Ma esiste sempre di più anche la figura opposta. Lui il posto di marito lo vorrebbe, quello di padre anche, ma lei ha paura di “restare incastrata”, di non potersi più realizzare, perdere la sua occasione di diventare magnifica, e straordinaria, il terrore di somigliare a un modello che ovunque è denigrato e ridicolizzato.
Abbiamo una natalità di 1,3 figlio per madre. Gli uomini e le donne soli sono un esercito. I ragazzi e le ragazze sole sono un esercito.
Mandiamo all’inferno i cattivi maestri e ritroviamo l’ultima riga delle fiabe. E vissero sempre felici e contenti. Non sto dicendo che sia facile. Sto dicendo che è possibile. E lo sto dicendo perché è vero. E quando succede diventa magnifico: la coppia illuminata. L’amore coniugale, l’amore delle nozze d’oro non è l’infatuazione che ha resistito, è qualcosa di nuovo, di incredibile, è lealtà e sensualità insieme perché quando succede noi vediamo il corpo dell’altro trasfigurato nella perfezione e attraverso i suoi occhi vediamo il nostro trasfigurato nella perfezione. E le rughe scompaiono.
http://it.aleteia.org/2016/05/23/uomo-maschio-virilita-crisi-societa/2/
Un uomo non deve chiedersi se è innamorato di una donna incinta di lui, deve sposarla e mantenerne il figlio. Se dopo dieci anni saranno ancora insieme avrà la risposta: era innamorato. Altrimenti no, ma almeno il bambino esisterà e respirerà. L’esistenza degli anticoncezionali e l’infernale facilità dell’orrenda e tragica pratica dell’aborto fanno sì che lui si ritenga libero di disinteressarsi della scelta, mettere al mondo un figlio, che essendo un’opzione è interpretata come una costrizione. C’era la pillola, lei è rimasta incinta è un problema suo. C’è l’aborto, se lei non vuole abortire è una scelta sua e ne porti il peso. Un vero uomo dovrebbe vivere il ventre sacro di quella donna come il suo territorio. Il mio corpo è mio, hanno gridato le bizzarre rappresentanti del movimento di liberazione femminile, senza capire che millenni di regole sulla sessualità servivano proprio a evitare la dannata tentazione dell’uomo a non spaccarsi la schiena per proteggere e sfamare la sua donna e i suoi bambini. Il femminismo ha reso le femmine del mondo occidentale le donne ideali dei maschi irresponsabili.
La libertà sessuale è diventata libertà di promiscuità sessuale, buttando sulle donne una sessualità usa e getta di tipo maschile dove le ragazzine restano incastrate, e soprattutto eliminando ogni responsabilità. Se viene a letto con me chi me lo fa fare a sposarla e perché avere dei figli, se possiamo farne a meno? Noi eravamo le custodi dell’istinto materno, e l’istinto materno è stato annientato dall’irresponsabilità di una sessualità fine a se stessa. Simone de Beauvoir, una delle tante che non avendo mai avuto il coraggio di diventare madre e ha vomitato odio contro chi osava farlo e contro gli uomini che erano loro vicino, ora ha vinto la sua guerra.
“Miriadi di donne valorosamente e intelligentemente sole tirano su da sole i loro bambini, quindi puoi farlo anche tu, cara. Decenni di femminismo hanno affermato che il padre è inutile se non dannoso, chi sono io per negare questa evidenza? Un mucchio di donne intelligenti sono così fiere di non essere madri: se tu vuoi fare questa sciocchezza, sono affari tuoi”. Questo è in sintesi il discorso del ragazzo di 39 anni, e lei dopo averci pensato crede che, forse, tutto sommato, l’aborto è la soluzione migliore, e così una scelta che avrebbe dovuto essere la risposta estrema a situazioni estreme si banalizza in una norma. E quando lo rimpiangerà sarà dannatamente tardi. Io ascolto le voci di queste donne e sono terribili. Oppure ha il meraviglioso coraggio di tenerselo e comincia quella vita difficile che è la madre singola.
Ma esiste sempre di più anche la figura opposta. Lui il posto di marito lo vorrebbe, quello di padre anche, ma lei ha paura di “restare incastrata”, di non potersi più realizzare, perdere la sua occasione di diventare magnifica, e straordinaria, il terrore di somigliare a un modello che ovunque è denigrato e ridicolizzato.
Abbiamo una natalità di 1,3 figlio per madre. Gli uomini e le donne soli sono un esercito. I ragazzi e le ragazze sole sono un esercito.
Mandiamo all’inferno i cattivi maestri e ritroviamo l’ultima riga delle fiabe. E vissero sempre felici e contenti. Non sto dicendo che sia facile. Sto dicendo che è possibile. E lo sto dicendo perché è vero. E quando succede diventa magnifico: la coppia illuminata. L’amore coniugale, l’amore delle nozze d’oro non è l’infatuazione che ha resistito, è qualcosa di nuovo, di incredibile, è lealtà e sensualità insieme perché quando succede noi vediamo il corpo dell’altro trasfigurato nella perfezione e attraverso i suoi occhi vediamo il nostro trasfigurato nella perfezione. E le rughe scompaiono.
http://it.aleteia.org/2016/05/23/uomo-maschio-virilita-crisi-societa/2/
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