martedì 13 ottobre 2015

spezzo una lancia per il monsignore gay

IL COMING-OUT  DI MONS. CHARAMSA, 

 L’URLO DEI FARISEI 

L’ACCIDIA CLERICALE SUICIDA



di Ariel S. Levi di Gualdo

Monsignor Kryzstof Charamsa, teologo che stimo e di cui conservo ottimo ricordo, se n’è andato col suo “fidanzato”, gli altri sono invece rimasti ai propri posti e presto diventeranno vescovi e cardinali nella Chiesa di Cristo svuotata di fede e da essi ridotta sempre più ad una lobby mafiosa retta su criteri pornocratici di ricatto e di omertà.

Per la mia profonda conoscenza di certe vicende ecclesiastiche ed i complessi rapporti che come confessore e direttore spirituale ho da anni con numerosi preti, spesso anche in gravi difficoltà, usando in questo caso anche la mia modesta formazione fatta a suo tempo per l’abilitazione al ministero di esorcista, ritengo di poter dire che Mons. Charamsa non è stato vittima diretta di Satana ma vittima indiretta dei suoi grandi accoliti. Ed i suoi grandi accoliti sono coloro che dirigono come vescovi le principali diocesi del mondo; sono molti alti prelati della curia romana e non pochi membri del Collegio Cardinalizio. Mons. Charamsa è solo la conseguenza di ciò che indicai come il dramma della omosessualizzazione della Chiesa.

E urlando nei deserti come un piccolo Giovanni Battista da quattro soldi, tale sono io, ho inutilmente spiegato e ripetuto che un esercito sempre più numeroso di gay si è insediato in tutti i posti chiave della Chiesa, tenendo in mano attraverso le peggiori armi di ricatto intere diocesi; tenendo in ostaggio i loro rispettivi vescovi, ridotti spesso a dei pupazzi con la loro bella mitria in testa e il loro pastorale lucente in mano, ma non in grado di governare molte Chiese particolari ormai perdute, perché totalmente frocizzate in seguito a quello che in modo ironico ma pertinente ebbi a definire in quel mio libro come un nubifrocio universale scoppiato sulla povera Chiesa di Cristo.

La potente lobby gay che imperversa dentro la Chiesa ha più volte costretto Benedetto XVI a nominare vescovi dei soggetti che mai egli avrebbe nominato; ad elevare alla dignità cardinalizia taluni soggetti più simili a delle soubrette attempate che a degli uomini; gente che non ispira proprio il ricordo dei Principi della Chiesa ai quali è richiesto come primo presupposto non solo una anatomica maschilità fisica, ma soprattutto una adeguata maschilità psicologica.

La potente lobby gay lava le peggiori “fedine penali” di preti in carriera o in corsa verso l’episcopato noti per le loro condotte immorali sin da quand’erano seminaristi; fa sparire segnalazioni fatte alle autorità ecclesiastiche dai pochi sacerdoti ai quali è rimasto un barlume di coraggio, minaccia in modo coercitivo chi mostra dissenso verso le loro consorterie. La lobby impedisce che uomini sani e motivati siano ordinati sacerdoti, perché tutt’oggi gran parte dei seminari italiani sono impestati da imbarazzanti effeminati …

Uno dei principali elementi che concorse alla decadenza della società romana. Quando infatti fu perduta la virilità, a mano a mano prese campo e si diffuse l’omosessualismo ai più alti livelli sociali e politici. Infine scesero dal Nord dell’Europa i barbari che erano maschi a tutto tondo e … e per dirla in modo reale e senza pudibondi eufemismi clericali: i barbari giunsero col membro virile eretto e la spada affilata in mano cogliendo di sorpresa i “maschi” romani sprofondati nel baratro dei peggiori vizi e che truccati da donne erano intenti a darsi alle orge coi giovani nelle alcove …

… e così i barbari misero in ginocchio ciò che rimaneva del decadente Impero Romano, col loro membro eretto e la loro spada affilata.

In questo momento sta accadendo a livello ecclesiale la stessa cosa in forma peggiore e con una sostanziale differenza: i barbari si convertirono al Cristianesimo, ed anche grazie a loro la Cristianità fu salva e si diffuse tra le stesse popolazioni barbariche. E da che cosa furono colpiti i barbari? Cosa li spinse alla conversione? Presto detto: la loro conversione è legata a figure straordinarie di vescovi, presbìteri e monaci ai quali i barbari riconobbero tempra virile, coraggio, autorevolezza, quindi autorità. Ebbene immaginiamo i barbari oggi: quali reazioni avrebbero dinanzi a figure di vescovi ibridi e androgini, che a mezza voce parlano ma non parlano, non dicono si e non dicono no, ma soprattutto sempre più circondati da preti sculettanti che parlano con voci in farsetto? Provate a immaginare la reazione dei barbari …

… chi sarebbe in grado oggi, come nel 452, di fermare Attila detto “il flagello di Dio“, armato solo della propria grande autorevolezza, come lo era il Santo Pontefice Leone Magno? Forse il Cardinale Gianfranco Ravasi che intima al Re degli Unni: «Caro Fratello, non ti arrabbiare, anzi, vieni mio ospite presso il Cortile dei Gentili, che ne parliamo assieme». Forse Attila, dopo una sonora risata gli risponderebbe: «Dolcezza, pensi forse di essere sul set degli studi televisivi di Canale5? Guarda che io sono reale, ma se la cosa non ti è chiara allora sappi che io ammazzo sul serio!». 
Basta partecipare a un incontro del clero in qualsiasi diocesi per rendersi conto di quanto basso sia, se non a volte inesistente, il livello di testosterone che corre tra i presbiteri ed i vescovi, sino a giungere a vere e proprie figure grottesche di preti.

IL DIAVOLO servendosi delle peggiori gesta degli uomini di Chiesa ridotti spesso a figure in bilico tra caricaturale e grottesco, sta rovesciando su di noi il ridicolo, neppure il disprezzo, ma il ridicolo.

Oggi, la Chiesa attaccata dall’interno è stata anzitutto svirilizzata; si sono create potenti cordate di mezzi uomini piazzati nei posti di maggior rilievo, resi deboli dalla loro smidollatezza congenita e gestibili attraverso la loro ricattabilità. E questi mezzi uomini selezionano a loro volta uomini più “mezzi” ancora di loro che siano come tali deboli e ricattabili, quindi intruppabili. Altro che “sangue dei martiri”!

La Chiesa sopravviverà com’è scritto nel deposito della nostra fede, ma questa sopravvivenza non può essere scissa dal chiaro monito: «E quando il figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?» [cf. Lc. 18,8]. Il Figlio dell’Uomo potrebbe anche trovare il guscio di una Chiesa totalmente svuotata di fede, con piccoli nuclei reietti e perseguitati al suo interno, che hanno cercato di mantenere integra a smisurato prezzo personale la fede degli Apostoli.

Monsignor Kryzstof Charamsa è venuto allo scoperto, ma al contrario di ciò che molti pensano, io ritengo che abbia dato uno scandalo di minore portata rispetto a coloro che hanno ridotto la Chiesa ad una sorta di gineceo per capponi castrati, pronti a distruggere in gruppo il maschio se non lo possono avere, possedere, gestire e ridurre ad un loro giocattolo. E se non possono distruggere quell’essere non facilmente controllabile che è il maschio, allora lo emarginano totalmente, affinché nel clero possano trionfare checche e checchine dive e divine assetate di fascette rosse, di posti al sole e di prebende, soggetti pronti ad essere sottomessi ai potenti come delle geishe e prepotenti oltre ogni misura con i deboli e gli indifesi. Questi sono i veri accoliti di Satana, non Monsignor Charamsa.

Abili dissimulatori che, come tutte le persone molto mediocri, possono fare carriera solo all’interno della Chiesa in questo nostro momento di decadente implosione. Carriere che l’Autorità Ecclesiastica continua in modo scellerato a concedere loro, nominandoli alle alte cariche accademiche, facendoli vescovi, inserendoli nella Curia Romana, nel servizio diplomatico della Santa Sede e via dicendo, perché come dissi anni fa allo psicologo R. Marchesini: «Hanno fatto un golpe!». E aggiungo oggi: «E la vicenda dell’abdicazione al sacro soglio di Benedetto XVI ne è il tragico epilogo». O forse qualcuno pensa che i pesanti e terribili faldoni dell’inchiesta svolta su mandato di Benedetto XVI ed affidata a quattro anziani cardinali, si sia dissolta nel nulla? No, quei faldoni oggi sono più pesanti, ed al loro interno sono contenuti fatti ed episodi dinanzi ai quali Satana sarebbe capace ad ammettere che neppure lui, pur con tutto il suo odio verso il Cristo, sarebbe riuscito a sfregiare la Chiesa come invece l’hanno sfregiata certi cardinali, vescovi e preti.


Kryzstof Charamsa era uno dei nostri elementi migliori, ed è uscito dalla porta in modo eclatante per lasciare la casa al peggio che seguita ad albergarvi dentro; un ottimo elemento al quale nessun formatore e nessun confessore — al quale chissà quante volte avrà parlato delle proprie pulsioni sessuali verso il proprio stesso sesso — ha mai detto: «Sii pure te stesso, ma ti prego, non diventare prete». Frase questa che io ho ripetuto più volte, sino a poche settimane fa, a diversi candidati ai sacri ordini, salvo vederli poi ordinare nel corso del tempo dai loro rispettivi vescovi, incuranti dei danni immani che con quelle sacre ordinazioni avrebbero recato alla Chiesa. .... e come le vipere seguitano a riprodursi e proteggersi tra di loro ai più alti livelli, scavando la fossa attorno a chiunque gli si opponga e li chiami col loro nome ..... povera Chiesa dove tutti conoscono responsabili, mandanti ed esecutori ma dove nessuno taglia loro le teste, al limite si promuovono a diverso alto incarico, o incuranti dei danni che possono fare si lasciano sulle cattedre episcopali o presso i propri uffici fino al sopraggiunto limite di età. 

Mons. Kryzstof Charamsa ci ha dimostrato di essere il frutto e il prodotto dei veri accoliti di Satana, coloro che stanno deturpando la Santa Sposa di Cristo, celandosi dietro a ragioni sempre e di rigore superiori di buona politica pastorale e di alta diplomazia ecclesiastica; ragioni di fronte alle quali ritengono legittimo sacrificare persino CRISTO e il VANGELO. 

E mentre tutti costoro finiranno all’Inferno accolti in trionfo da Satana in persona, Mons. Kryzstof Charamsa finirà invece in Purgatorio a scontare la sua meritata pena, che non sarà però la dannazione eterna. Alla dannazione eterna si sono condannati coloro che hanno trasformato la Chiesa di Cristo in una succursale della Chiesa del Demonio, ivi inclusi i rettori di seminario, i direttori spirituali e tutti quei confessori incapaci ad esercitare con sapienza e coscienza i propri ministeri, che non hanno mai letta e percepita l’indole del giovane Kryzstof Charamsa dicendo lui: «Non diventare prete, perché se lo diventerai non potrai essere libero, non potrai mai essere te stesso, quindi ti voterai ad una inutile sofferenza». E non a caso, molti anni dopo, Monsignor Charamsa era conosciuto nell’ambito teologico specialistico come un giovane maestro della teologia della sofferenza.

http://isoladipatmos.com/sono-gay-il-coming-out-di-monsignor-krzysztof-charamsa-tra-lurlo-dei-farisei-e-laccidia-clericale-suicida/

1 commento:

  1. Splendido articolo del grande Padre Ariel! Non ho resistito al bisogno di pubblicizzarlo anche su altri blog.
    Tommaso Pellegrino - Torino
    www.tommasopellegrino.blogspot com

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