giovedì 31 ottobre 2013

tutti i Santi

Solennità di tutti i Santi



Celebriamo la solennità di tutti i Santi nel mese stesso in cui celebreremo la solennità di Cristo re e la prima lettura ci aiuta a contemplare e ad unirci alla liturgia degli angeli e dei beati in cielo: tutti stavano in piedi davanti all’ Agnello, avvolti in vesti candide e portando palme nelle mani. E tutti si inchinarono profondamente e adorarono Dio. Chi sono quelli vestiti di bianco? Potremmo dire con il vangelo coloro che hanno creduto e seguito l’ Agnello dovunque andasse, nello spirito delle Beatitudini. Con la festa di oggi si svela il fine della storia dell’ esistenza di ogni uomo; tutto va verso il suo intimo compimento: concittadini dei santi e familiari di Dio, essere partecipi della vita della Trinità.

Il sigillo del Dio vivente ci fa pensare al profeta Ezechiele (cap. 9): il segno distintivo di coloro che non si sono dati all’ idolatria, ma anche al sangue con cui furono segnate le porte delle case degli ebrei in Egitto per preservarle dall’ Angelo sterminatore di Es 12. Per i Cristiani è chiaro che questo segno di appartenenza e di inserimento nel numero dei salvati è lo Spirito santo che è Signore e da la vita. La vita eterna per ogni uomo, perché Dio vuole che tutti siano salvi e giungano alla conoscenza della Verità, e per questo ha inviato gli Apostoli a predicare il vangelo a tutte le genti battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, chi crederà e sarà battezzato sarà salvo. Con gioia e fiducia oggi la Chiesa militante guarda verso il cielo contemplando una moltitudine immensa di ogni razza, popolo e lingua …. Si contempla la salvezza universale dei singoli e dell’ intero universo. La liturgia del Cielo, descritta dalla prima lettura di oggi, trasforma quanti vi partecipano rendendoli un cuore solo ed un’ anima sola nella lode Dio, che si compiace dell’ uomo vivente in pienezza.

La contemplazione del fine della nostra esistenza e della storia deve corroborare il quotidiano impegno nel mondo ed orientare coloro che sono nel mondo ma non del mondo, giacchè il mondo odia ciò che non gli appartiene ( Gv 15,18-21). I santi padri ci mettono in guardia ricordandoci che dobbiamo seguire l’ Angello come agnelli, finchè saremo agnelli vinceremo ma se diventiamo lupi perderemo. Il schiettezza del Vangelo di oggi ci invita ad assumere uno stile di vita estremamente semplice nella sequela del Cristo evitando ragionamenti tortuosi nel tentativi utopico di mettere insieme Cristo e lo spirito del mondo.

Poveri in spirito. Non si tratta con questa precisazione di ovviare il fatto che possiamo essere comunque ricchi. Ma si tratta di rendersi conto che la libertà del proprio spirito è fatta anche di libertà nei confronti del proprio successo personale, dell’ attaccamento alle cose ….

Beati gli afflitti. I santi padri chiedevano con insistenza il dono delle lacrime. Del resto il dolore e l’ afflizione possono essere indicative della nostra presenza al Regno,  Molte sono le sventure del giusto, ma lo libera da tutte il Signore. Preserva tutte le sue ossa, neppure uno sarà spezzato (Ps 33). Piangere per la constatazione del peccato nel mondo può essere la spinta propulsiva per affrontare il cammino che resta da fare per l’ avvento del Regno di Dio, ma è anche un dono della grazia di Dio presente nel cristiano, chi soffre percepisce che il regno di Dio è vicino (cfr Lc 10, 8-12).

Beati i miti. Non sono i deboli che non sanno imporsi per conquistare il potere o la terra. La terra sarà loro perche essa è di Dio, è Lui che detiene il dominium altum. Il potere appartiene a Dio (Ps 62, 11) , è Lui che abbatte uno e innalza l’ altro (Ps 74, 8).

Beato chi ha fame e sete della giustizia. Sperimentiamo che non esiste una giustizia affidabile sulla terra, ma anche che nessuna realizzazione personale ci rende giusti. La giustificazione viene solamente da una azione gratuita di Dio. E’ Lui che ci rende giusti. Guariti da lui possiamo praticare la giustizia attorno a noi.  

Misericordiosi: essere misericordiosi significa riflettere sul nostro volto di creature nuove il volto del Figlio di Dio. La misericordia è l’ altro aspetto della giustizia di Dio (cfr. Mt 9,13). Essere misericordiosi significa donare ciò che cerchiamo per noi: il perdono che ci salva

Puri di cuore: chi ha occhi puliti, riesce a vedere la bellezza del mondo (cfr. Lc 11,34). Solo con questi occhi possiamo accoglierci l’ un l’ altro, e riporre le maschere. Occhi puri e cuore puro sono quanto ci permette di affrontare la verità della nostra storia in piena fiducia, di guardare il mondo senza sgomento, perchè Dio continua a operare per salvarlo.

Operatori di pace: operare la pace non è semplicemente stringersi la mano dopo aver litigato. Non può dipendere semplicemente alla nostro buona volontà. Ope­rare la pace significa, seminare la pace di Dio. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi (Gv 14, 27)


Perseguitati per la giustizia: questo ultimo appello alla giustizia, ci costringe ad essere realisti: l’ amore non è amato. Il vangelo non ci rende ingenui tappandosi gli occhi. Gli occhi devono essere, in­vece, ben aperti sulla opera che stiamo compiendo, sull'amore che stiamo donando, sulla fiducia di cui stia­mo vivendo. Solo in questo modo non pretenderemo che la nostra opera sia ripagata dal successo e riusciamo ad accogliere qualsiasi risposta negativa senza farci travolgere e restando saldi nella fede che ci salva.  Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime” (Lc 21,12-19).

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