martedì 29 ottobre 2013

il cristianesimo è morto di paura.

Faccio outing:
sono cattolico 

Pubblichiamo questo intervento dell’assessore al culto di Forio, Luciano Castaldi, dove egli stesso chiarisce la sua posizione e risponde agli attacchi che gli sono stati mossi dal mondo della sinistra locale, dagli atei e da alcuni suoi ex amici.
SONO CATTOLICO E RIVENDICO IL DIRITTO DI PENSAREdi Luciano Castaldi
Piccola premessa: sono cattolico.  Faccio dunque “outing” e rivendico il diritto sacrosanto (Si può dire “sacrosanto”? O offendo la “laicità” delle istituzioni???) di poter esprimere le mie idee, battermi in difesa dei valori in cui credo, controbattere con fermezza alle menzogne e alla malafede. Liberissimi di non essere d’accordo con me.
Ma non rompetemi gli zebedei con le lezioncine sulla tolleranza…
Evitate di leggere e commentare. D’altronde, a che serve dare diritto di cittadinanza ad una “bestia” come me?
Insomma, andate a perdere il vostro tempo da qualche altra parte. Tanto, lo so, quasi nessuno si prenderà la briga di arrivare all’ultima frase di questo mio scritto…
Perciò mi rivolgo qui a chi vede la metastoria oltre la storia. A chi ha ancora voglia di ragionare, contraddire e magari contraddirsi. A chi non teme di mettersi in discussione, di discutere e reagire. E persino di sbagliare una parola, una battuta ironica, una telefonata al giornalaio…

DIVIETO DI PENSARE?
Forse non tutti se ne sono accorti: neo (post, vetero o ex) comunisti, atei negazionisti…, laicisti repubblichini, gnostici di ogni crocchia e parrocchia, massoni di ritorno… lavorano incessantemente per imporre a tutti i loro dogmi al fine di omologare la cultura ad un livello bassissimo e sin qui sconosciuto alla nostra civiltà. Vogliono un uomo ridotto a larva da consumo. Senza fede. Senza radici. Senza storia. Senza memoria. Senza identità. Senza futuro.
Siamo al pensiero unico.
Alla dittatura del relativismo denunciata con veemenza dal grande Papa Benedetto XVI.
Alla massificazione.
Al “divieto di pensare” fuori del politicamente corretto.
La “nuova etica” avanza a marce forzate: forzate nel senso che vengono imposte con sempre più smaccati artifici e ricatti morali.
Volenti o nolenti dobbiamo accettare che ci sodomizzino anche l’anima… Con buona pace di quella “coscienza” che il laicissimo papa Eugenio Primo tanto esalta …
I “cattolici” (sicuri che siano solo loro?) non si piegano?
Ah, non si piegano?
Ebbene, l’omofobia diventi reato! (Omofobia: letteralmente, paura di se stessi … Mah!!!)

FINOCCHIO
Segnalo questo post sul sito dell’amico Rino Cammilleri:
“Finocchio. Sul Corriere del Mezzogiorno il 19 aprile 2011 comparve una notizia grottesca: nel corso del derby calcistico «Primavera» tra Bologna e Parma, l’allenatore del Bologna, Paolo Magnani, fu espulso dall’arbitro per aver gridato a un giocatore che non mollava il pallone: «Finocchio, via la palla!». Il fatto è che quel giocatore di nome faceva Francesco Finocchio. L’ossessione politicamente corretta di un’«omofobia» dilagante (e in realtà inesistente) farà finire in galera un sacco di gente quando la legge sarà approvata. Portatemi le sigarette in cella, mi raccomando”.

UNA GUERRA DI PAROLE
In effetti, è una guerra di parole. Come scriveva Orwell. Come nella Germania di Hitler. Come nell’Unione Sovietica di Stalin. In Occidente, all’inizio del Terzo Millennio si sta avverando con velocità impressionante la profezia che il filosofo Michel Schooyan, dell’università di Lovanio, enunciò in un libro apparso in Italia nel 2004, «Il volto nascosto dell’ONU – Verso il governo mondiale» (Ed. Minotauro), dove indicava le Nazioni Unite come la fabbrica della nuova etica e le impositrici dei «nuovi diritti», con lo scopo essenziale di delegittimare gli Stati nazionali intaccandone il loro sistema giuridico, e di completare una inaudita trasformazione dell’uomo in essere zoologico. Nel capitoletto dal titolo assai significativo, “le passioni come valori” Dunque Schooyans ha scritto (chiedo scusa, ma la citazione è necessariamente lunga):

“Stiamo vivendo una rivoluzione antropologica: l’uomo non è più una persona, un essere aperto agli altri e alla trascendenza; è un individuo, votato a scegliersi la sua verità, ad adottare una sua etica; è un nucleo di forza d’interesse e di piacere. (…) Non ci può più essere posto per norme morali obbiettive e comuni a tutti. Non ci si inchina più alla dignità di ogni uomo, chiunque egli sia. Oggi i nuovi valori, che G.F. Dumont chiama “valori invertiti”, sono il risultato di calcoli utilitaristici regolati dal consenso: si esprimono nella frequenza delle scelte osservate. e si riducono in definitiva a ciò che agli individui fa piacere”.
“Con questa concezione dell’uomo e del valore, i diritti umani finiscono per essere ridotti ad un catalogo variabile di rivendicazioni specifiche di singoli individui, acquisiti per consensi successivi, e specchi di puro calcolo di interessi. Poiché non esistono più valori obbiettivi (…) il valore nella sua concezione invertita, rappresenta in fin dei conti ciò che soddisfa le passioni umane. Insomma, il diritto fondamentale dell’uomo diventa quello di soddisfare le sue passioni, e a ciò dovrebbe provvedere il diritto positivo”.

INQUISIZIONE CIVILE
“(…) Ne deriva che il consenso è investito di una “santità civile”; chi non lo rispetta è colpevole di empietà civile e va punito per disubbidienza. Ogni volta che si lasciano passare “nuovi diritti” del singolo individuo e non più della persona – diritto all’omosessualità, all’aborto, all’incesto, alla prostituzione, alla pedofilia, alla soppressione della tutela parentale sui minori – si fa un nuovo passo avanti in direzione della consacrazione civile della violenza. (…) Al termine di questo percorso il “diritto” alla violenza dovrà essere garantito dalla “violenza delle istituzioni”. Violenza duplice: sui corpi divenuti “disponibili”, ma soprattutto sulla personalità degli individui. Perché il miglior modo di soffocare la contestazione e il dissenso è di prevenirli imponendo alla totalità degli uomini questa “nuova etica” affidata a convenzioni aventi forza di leggi. Per sua stessa natura la nuova etica sarà pertanto intollerante, altrimenti non potrebbe garantire né uniformità sociale né unidimensionalità degli individui, e dunque dovrà avvalersi di un’Inquisizione civile”.

Perciò Schoooyans conclude: “Una siffatta idea del valore è distruttiva non solo del tessuto sociale, ma crea le premesse per una nuova barbarie”.
“A questa avanzata – dice Schooyans – contribuiscono non solo i decisori politici, e i mezzi di comunicazione, ma anche quei cristiani troppo zelanti nello stringere la mano che, oggi ancora, tende loro l’angelo delle tenebre”.
Viene in mente ciò che disse il cattolico e scrittore Frossard a chi gli chiedeva se il cristianesimo è morto: «Si doveva attendere il ventesimo secolo per vederlo morire di paura. Di paura davanti al mondo. Il mondo vuole un cristianesimo smorto e pusillanime, ansioso di ottenere il diritto di cittadinanza in una società che lo disprezza».

NIENTE PAURA: STRAVINCIAMO NOI!
Ovviamente, noi cattolici, rischiamo continuamente di perdere la strada. Abbiamo spesso paura. Cediamo il passo alla disperazione anche perché fragilissima è la nostra fede.
Ma non c’è il minimo rischio d’essere abbandonati dall’amore di Gesù.
Ha ragione Paolo di Tarso, che ormai vicino alla prova del supplizio, ci lanciò questo grido di vittoria:
“Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?
Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio ma lo ha dato tutto per noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? (…)
Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù che è morto, anzi è resuscitato, sta alla destra del Padre e intercede per noi? Chi ci separerà dall’amore di Cristo?
Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi STRAVINCIAMO in grazia di Colui che ci amò (…) Né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio in Gesù Cristo nostro Signore”.

“L’espressione – ha notato un grande scrittore cattolico- è emblematica: stravincere. Cristo non ha solo vinto, ha stravinto; e con Lui il cristiano stravince: il male che accetta di qua, è la sua medicina per l’eterno mondo di là. Dove le forze del mondo, strapotenti, non gli lasciano più speranza, egli ne ha ancora una, la sola che conta. Le forze di questo mondo, nei tempi ultimi che sembrano tutti loro, hanno già perso. Anzi straperso; perché sono solo “di questo mondo”, che passa e svanisce”.

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