domenica 27 maggio 2012

cero pasquale - pentecoste

IL CERO PASQUALE SI SPEGNE

Al termine della Messa di Pentecoste si riporta il Cero pasquale al Fonte battesimale e lo si incensa.
 
 

Sacerdote: Fratelli e sorelle, nella notte che ha dato vita al «lietissimo spazio» del tempo pasquale, il giorno di cinquanta giorni, all'accensione del cero abbiamo acclamato a Cristo nostra luce. E la luce del cero pasquale ci ha accompagnati in questi cinquanta giorni e ha contribuito a ricordarci la grande realtà del mistero pasquale. Oggi, nel giorno di Pentecoste, al chiudersi del Tempo di Pasqua, il cero viene spento. Questo segno ci è tolto, anche perché, allenati alla scuola pasquale del Maestro Risorto e infuocati dal dono dello Spirito Santo, ormai dobbiamo essere noi luce di Cristo che si irradia e, come colonna luminosa, passa nel mondo, in mezzo ai fratelli, per guidarli nell'esodo verso la Terra promessa. Vedremo ancora, nel corso dell'anno liturgico, risplendere la luce del cero pasquale soprattutto in due importanti momenti del cammino della Chiesa: per la prima Pasqua che vivranno i suoi figli col battesimo, e per l'ultima Pasqua, quando, con la morte, faranno ingresso nella vera vita.

Rit: Ti esalto Dio mio re, canterò in eterno a te,
io voglio lodarti, Signore e benedirti, Alleluia!

Lettore: O Sole di giustizia, raggio benedetto, prima fonte di luce, o ardentemente desiderato, al di sopra di tutto; potente, inscrutabile e ineffabile; gioia del bene, visione di speranza soddisfatta, lodato e celeste, Cristo creatore. Re della gloria, certezza di vita, colma i vuoti della nostra voce con la tua Parola onnipotente e offrila come “supplica gradita” al Padre tuo altissimo. Rit.

Lett: Splendore della gloria del Padre, che diffondi il chiarore della vera luce, raggio della luce, fonte di ogni splendore. Tu, giorno che illumini il giorno, tu vero sole, penetri dardeggiando con bagliore costante e infondi nei nostri sensi la fiamma del tuo Spirito. Rit.

Lett.: Sei la lampada della casa paterna che illumina di luce soffusa. Tu sei il sole di giustizia, il giorno che mai volge al tramonto, la luminosa stella del mattino. Rit.

Lett: Tu del mondo sei il vero datore di luce, più luminoso del pieno sole, tutto luce e giorno, illumini i profondi sentimenti del nostro cuore. Rit.

Lett: O Luce dei miei occhi, dolce Signore, difesa dei miei giorni, illumina Signore, il mio cammino, sola speranza nella lunga notte, viva fiamma della mia lucerna, Dio, mia luce. Rit.

Mentre si canta l'ultima acclamazione, il sacerdote spegne il cero pasquale e, subito dopo, proclama l'orazione.

Degnati, o Cristo, dolcissimo nostro Salvatore, di accendere le nostre lampade; costantemente nel tuo tempio rifulgano, alimentate da te, che sei la luce eterna. Siano rischiarati gli angoli oscuri del nostro spirito e siano fugate, lontano da noi, le tenebre del mondo. Fà che vediamo, contempliamo, desideriamo te solo, te solo amiamo, sempre in attesa fervente di te che vivi e regni con Dio Padre nell’ unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

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