Colui che gli Angeli riguardano con tremore né osano guardare liberamente per il rifulgente splendore noi facciamo nostro cibo
pubblicata da Enzo Gallo il 27 6 2011
Nessuno quindi acceda a questo sacramento con senso di fastidio, con tiepidezza, ma tutti si accostino pieni di ardore, di fervore e ben desti. Perché se i Giudei mangiavano in fretta l’agnello pasquale, stando in piedi, con i calzari ai piedi e con il bastone fra le mani, molto di più per te è necessario essere solerte. Infatti, se quelli erano in partenza per la Palestina e perciò avevano aspetto di pellegrini, tu sei destinato a migrare verso il cielo. Perciò in ogni cosa è necessario vigilare, infatti non piccola pena è minacciata a chi si comunica indegnamente. Pensa come ti riempi di sdegno contro Giuda e contro quelli che crocifissero Gesù, considera bene queste cosa perché anche tu non sia reo del corpo e del sangue di Cristo. Quelli uccisero il suo santissimo corpo, tu invece, dopo tanti benefici, lo ricevi con l’anima macchiata. Poiché Egli non si accontentò di farsi uomo, di farsi schiaffeggiare e assoggettarsi alla morte di croce, ma si unisce anche e si intrattiene con noi, e non soltanto per mezzo della fede, ma realmente, ci fa suo proprio corpo.
Quanto dunque dovrà essere più puro di chi partecipa di un tal sacrifizio? Di quale raggio solare non deve essere più splendida la mano, che divide questa carne, la bocca che è saziata dal fuoco spirituale, la lingua che rosseggia di questo venerando sangue? Considera quale onore tanto elevato ti viene reso e a quale mensa prendi parte. Colui che gli Angeli riguardano con tremore, né osano guardare liberamente per il rifulgente splendore noi facciamo nostro cibo, con Lui ci uniamo e diveniamo un solo corpo e carne di Cristo. Chi può narrare i portenti del Signore e predicare tutte le sue lodi? (Ps.105,2). Quale pastore ha dato mai il sangue per nutrimento delle sue pecore? E cosa dico, pastore? Vi sono molte madri che dopo i dolori del parto affidano i loro figli ad altre nutrici. Non così ha patito Gesù ma Egli stesso ci nutre con il suo sangue e si unisce a noi interamente. [Osservalo bene: è nato dalla nostra stessa sostanza. Ma ciò non appartiene a tutti, dirai. Invece sì, certamente a tutti. Perché se è venuto a prendere su di sé la nostra natura, è evidente che è venuto per tutti. E se per tutti, anche per ognuno di noi.]
II DOMENICA DI PENTECOSTE [nell'Ottava del Corpus Domini]
SAN GIOVANNI CRISOSTOMO,
Homilia 60 ad populum antiochenum In Matth., 82, 4-6
Breviario Romano, Mattutino, Letture del II Notturno
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