domenica 16 agosto 2015

Ferragosto festa fascista

Ferragosto è una festa fascista


Fu istituita dall’imperatore Augusto, cade nel giorno dell’assunzione della Madonna. Ma il modo in cui la festeggiamo oggi lo dobbiamo a Mussolini


 Lo diciamo subito: nel titolo l'abbiamo sparata grossa. Fino a un certo punto, però. Perché è vero, le origini del Ferragosto sono di qualche millennio antecedenti la marcia su Roma. Ma se il 15 agosto facciamo gite fuori porta, mangiamo al sacco e, soprattutto, nessuno lavora, lo dobbiamo al regime fascista, che ha istituzionalizzato la festa estiva per eccellenza così come la conosciamo oggi.

Andiamo con ordine, però. Ferragosto, come termine, è di origine latina e deriva da feriae Augusti (riposo di Augusto) termine che indicava una festività istituita, per l'appunto, dall'imperatore Augusto nel 18 a.C. per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. L'idea sottostante era quella di istituire una festa che collegasse le altre feste agostane come i Vinalia rustica o i Consualia. L’anello mancante, insomma, per consentire un lungo periodo di riposo dopo le fatiche del raccolto. Tutte assieme, queste ferie venivano chiamate augustali e se vi stavate chiedendo perché Agosto si chiama così, ora lo sapete.

Durante quel periodo si svolgevano numerose sagre paesane e corse di cavalli. Una di queste, il Palio di Siena, ha luogo ancora oggi, tradizionalmente il 16 agosto. Se si chiama Palio dell’Assunta, tuttavia, è perché nel frattempo Ferragosto è diventata una festività cattolica, per l'appunto, quella dell'ascensione della Madonna al Cielo. Non a caso, fu proprio lo Stato Pontificio a istituzionalizzare nel calendario tale festività, dopo la caduta dell’Impero. 

Tuttavia - eccoci al punto - il Ferragosto non era veramente il Ferragosto che festeggiamo oggi, prima del Fascismo. Per dire, lo sapevate che il piatto tradizionale del Ferragosto, prima del 1925, era il piccione arrosto? Comunque, una volta salito al potere,  il regime decise di organizzare, attraverso le associazioni dopolavoristiche delle varie corporazioni, centinaia di gite popolari.

Di suo ci mise i treni popolari di Ferragosto - quelli che arrivavano sempre in orario - con prezzi fortemente scontati. Questo permise anche alle classi sociali meno abbienti di visitare le città italiane o di raggiungere le località marine o montane. L'offerta era limitata al periodo tra il 13-15 agosto e poteva essere acquistata in due formule: la gita di un sol giorno, nel raggio di circa 50-100 km; e la gita dei tre giorni a 100–200 km di distanza massima.

Durante queste gite la maggior parte delle famiglie italiane ebbe per la prima volta la possibilità di recarsi in villeggiatura al mare, in montagna e nelle città d'arte. Poiché che le gite non prevedevano il vitto, però, nacque anche la collegata tradizione del pranzo al sacco. Per la tradizionale grigliata di Ferragosto, bisognerà attendere il boom degli anni ’50. 

http://www.linkiesta.it/ferragosto-fascista

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