Le apparizioni di Fatima del 1917 ci
trasmettono, cento anni dopo, ancora molti insegnamenti. Uno di questi è
l’invito a saper leggere i segni del Cielo. A Fatima ogni apparizione
della Madonna ai tre pastorelli fu accompagnata da fenomeni atmosferici.
Il
più straordinario fu quello del 13 ottobre 1917. La Madonna stessa
annunziò alla piccola Lucia, l’unica dei tre veggenti con cui parlava,
che le sue apparizioni si sarebbero concluse con un miracolo, affinché
tutti fossero convinti dell’autenticità del messaggio: «L’ultimo mese farò il miracolo perché tutti credano».
Decine di migliaia di persone tra pellegrini e scettici, che volevano
dimostrare la falsità delle apparizioni, accorsero il 13 ottobre alla
Cova da Iria. I quotidiani del tempo parlarono di 40-50 mila presenti,
ma il numero fu probabilmente molto maggiore. Alla fine dell’ultimo
colloquio di Lucia con la Madonna, nel momento in cui la santissima
Vergine si elevava verso il Cielo, si udì il grido della pastorella: «Guardate il sole!».
Le nuvole si aprirono, lasciando vedere il sole che brillava di un’intensità mai vista, ma senza accecare gli occhi. «La
cosa più stupefacente era il poter contemplare il disco solare per
lungo tempo, brillante di luce e calore, senza ferirsi agli occhi o
danneggiare la retina», testimoniò José Maria de Almeida Garrett, professore di scienze naturali presso l’Università di Coimbra.
Il giornalista Avelino de Almedia, redattore-capo di O Sèculo, quotidiano socialista di Lisbona, che aveva fino ad allora ridicolizzato gli eventi, scrisse il 15 ottobre sul suo giornale: «L’immensa
moltitudine si volta verso il sole, che si mostra libero dalle nuvole,
nello zenit. L’astro sembra un disco di argento scuro ed è possibile
fissarlo senza il minimo sforzo. Non brucia, non acceca. Si direbbe
realizzarsi un’eclissi. Ma ecco che un grido colossale si alza e dagli
spettatori che si trovano più vicini si ode gridare: “Miracolo,
Miracolo! Meraviglia, meraviglia”».
Antonio Borelli Machado descrive il fenomeno in questi termini: «Il
globo solare cominciò a roteare vertiginosamente, i suoi bordi
divennero scarlatti e si allontanò nel cielo, come un turbine, spargendo
rosse fiamme di fuoco. Questa luce si rifletteva sul suolo, sulle
piante, sugli arbusti, sui volti stessi delle persone e sulle vesti
assumendo tonalità scintillanti e colori diversi. Animato per tre volte
da un movimento folle, il globo di fuoco parve tremare, scuotersi e
precipitarsi zigzagando sulla folla terrorizzata. Il tutto durò circa
dieci minuti».
L’avvocato Dominhos Pinto Coelho scrisse sul quotidiano cattolico O Ordem: «Il
sole a momenti era circondato da fiamme cremisi, in altri aveva
un’aureola di giallo e rosso, in altri ancora sembrò roteare rapidissimo
e poi ancora sembrò che si distaccasse dal Cielo per avvicinarsi alla
terra». Manuel Nunes Formigao, sacerdote del seminario di Santarem, racconta da parte sua: «Il
sole iniziò a girare vertiginosamente sul suo asse, come il più
magnifico fuoco d’artificio che si possa immaginare, assumendo tutti i
colori dell’arcobaleno e lanciando bagliori di luce multicolore. Questo
sublime e incomparabile spettacolo, che si è ripetuto tre volte, è
durato per circa dieci minuti. L’immensa moltitudine, sopraffatta
all’evidenza di tale tremendo prodigio, si gettò in ginocchio».
Finalmente il sole tornò zigzagando al punto da cui era precipitato,
restando di nuovo tranquillo e splendente, con lo stesso fulgore di
tutti i giorni.
La
“danza del sole” del 13 ottobre è un fatto storico, attestato da
migliaia di persone, che lo hanno descritto nei minimi dettagli. Nel
1967 il canonico Martins dos Reis ha dedicato un’intera opera allo
studio di questo prodigio (O Milagre do Sol e o Segredo de Fátima,
Ed. Salesianas, Porto, 1966). Ma la Madonna annunziò ai tre pastorelli
anche un altro fenomeno celeste. Il 13 luglio disse loro: «Quando
vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il
grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi
crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla
Chiesa e al Santo Padre».
Il 25 gennaio 1938 il cielo di tutta Europa fu illuminato da una grandiosa aurora boreale. I giornali parlarono di evento «eccezionale», «rarissimo» e «visibile in tutta Europa».
Suor Lucia era convinta che si trattasse del segno premonitore indicato
dalla Madonna. Gli storici oggi concordano nel ritenere che la guerra
in Europa iniziò di fatto nel 1938, l’anno dell’annessione dell’Austria
(marzo) e dell’occupazione dei Sudeti (ottobre) da parte della Germania
hitleriana.
Una seconda aurora boreale illuminò il cielo il 23 settembre 1939 (in realtà 23 agosto, in settembre si era già in guerra N.d.R.): «Quella notte – racconta nelle sue Memorie il gerarca nazista Albert Speer – ci
intrattenemmo con Hitler sulla terrazza del Berghof ad ammirare un raro
fenomeno celeste: per un’ora circa, un’intensa aurora boreale illuminò
di luce rossa il leggendario Untersberg che ci stava di fronte, mentre
la volta del cielo era una tavolozza di tutti i colori dell’arcobaleno.
L’ultimo atto del ‘Crepuscolo degli dei’ non avrebbe potuto essere messo
in scena in modo più efficace. Anche i nostri volti e le nostre mani
erano tinti di un rosso innaturale. Lo spettacolo produsse nelle nostre
menti una profonda inquietudine. Di colpo, rivolto a uno dei suoi
consiglieri militari, Hitler disse: “Fa pensare a molto sangue. Questa
volta non potremmo fare a meno di usare la forza”».
Proprio
quella notte avvenne il patto von Ribbentrop-Molotov, che sancì la
sciagurata alleanza tra Hitler e Stalin, punto culminante della guerra
che deflagrava. Le terribili sofferenze della seconda guerra mondiale
non furono però sufficienti a far ravvedere l’umanità che, negli ultimi
settant’anni, è andata precipitando sempre di più in un abisso di
peccati pubblici di ogni genere. Lo scenario che il Signore rivelò a
suor Lucia il 3 gennaio 1944 appartiene purtroppo al nostro futuro: «Ho
sentito lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho
visto e udito:la punta della lancia come fiamma che si stacca, tocca
l’asse della terra ed essa trema: montagne, città, paesi e villaggi con i
loro abitanti sono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dai
limiti, traboccano, inondano e trascinano con sé in un turbine, case e
persone in un numero che non si può contare, è la purificazione del
mondo dal peccato nel quale sta immerso».
Le
guerre e le persecuzioni predette dalla Madonna a Fatima si
accompagneranno a terribili sconvolgimenti atmosferici, ma tutto questo
sarà verosimilmente preceduto da un grande segno del Cielo, di cui le
aurore boreali del 1938-1939 furono solo una prefigurazione. Il 3
gennaio 1944, nel palpitare accelerato del cuore e nel suo spirito, suor
Lucia udì una voce leggera che diceva: «Nel
tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa,
Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo! Questa parola ‘Cielo’
riempì il mio cuore di pace e felicità, in tal modo che, quasi senza
rendermi conto, continuai a ripetermi per molto tempo: il Cielo, il
Cielo!».
Il nostro sguardo deve essere rivolto sempre verso il Cielo, perché i Cieli narrano la gloria di Dio (Salmo 18, 2) e in Cielo, annunzia l’Apocalisse (12,
1), apparirà un grandioso segno: una Donna rivestita di sole. Scrutando
il Cielo, che è un luogo spirituale prima che fisico, riusciremo a
prevedere l’ora tragica del castigo e quella splendente del trionfo del
Cuore Immacolato di Maria.
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