venerdì 10 gennaio 2014

FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA


FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA: IL SIGNOR PERMESSO - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 9 gennaio 2014

“Ci vuole il permesso”: una lettera che costringe a riflettere ci è pervenuta dall’interno del mondo francescano dell’Immacolata, la cui Congregazione maschile è stata commissariata dal Vaticano l’11 luglio 2013



Fin qui non abbiamo pubblicato nulla sulla vicenda che riguarda la Congregazione dei Francescani dell’Immacolata, fondata nel 1970 da padre Stefano M. Manelli e padre Gabriele M. Pellettieri, riconosciuta dalla Chiesa (arcivescovo di Benevento) il 23 giugno 1990, di diritto pontificio dal primo gennaio 1998 e avente come fine quello di “promuovere gli studi sul mistero di Maria e di incrementare il culto e la devozione all’Immacolata Concezione di Maria Santissima, aprendo le Missioni su tutta la terra”. La Congregazione contava alla fine del 2012 384 frati (in aumento del 26% dalla fine del 2007) distribuiti in 55 case (16 in più dal 2008). 48 le case del ramo femminile, con circa 400 suore. All’inizio del 2012 cinque frati hanno denunciato alla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata una reputata “deriva cripto-lefevriana e sicuramente tradizionalista” della loro Congregazione. L’indagine vaticana ha portato al decreto dell’11 luglio 2013 della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, al commissariamento dei Francescani dell’Immacolata e alla nomina di un commissario apostolico nella persona di padre Fidenzio Volpi, cappuccino e da tanti anni segretario generale della Conferenza italiana dei superiori maggiori (Cism). A segretario generale dei Francescani dell’Immacolata viene promosso il 5 settembre padre Alfonso Maria Bruno, napoletano quarantaquattrenne già responsabile dell’Ufficio comunicazioni della Congregazione. Le ultime righe del decreto sono eloquenti: “Il Santo Padre Francesco ha disposto che ogni religioso della congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata è tenuto a celebrare la liturgia secondo il rito ordinario e che, eventualmente, l’uso della forma straordinaria (Vetus Ordo) dovrà essere esplicitamente autorizzato dalle competenti autorità, per ogni religioso e/o comunità che ne farà richiesta” (ma Benedetto XVI nel motu proprio ‘Summorum pontificum’ del 7 luglio 2007  non aveva esentato dalla richiesta i sacerdoti che volessero celebrare in rito antico e in assenza di fedeli?). Il fondatore viene costretto de facto agli ‘arresti domiciliari’, i suoi principali collaboratori e sostenitori vengono ‘esiliati’ lontano da Roma (ciò viene definito un ‘normale avvicendamento’…)
Non vogliamo addentrarci in questioni riguardanti istituti religiosi, di cui possono essere a conoscenza piena solo quelli che respirano quell’aria particolare, non raramente connotata – oltre che in diversi casi da profumo di servizio e perfino di santità - da opacità finanziaria, ambizioni personali, piccole e grandi vendette trasversali. Per i profani è de facto impossibile riuscire a distinguere verità, mezze verità, non verità. Per quanto ci riguarda conosciamo  (un po’) da tempo il cappuccino padre Volpi e lo vediamo come un abile e collaudato uomo di potere (che sa ben curare gli equilibri interni della Cism), sorriso mefistofelico e battuta tagliente. Del suo superiore religioso e Ministro generale dell’Ordine cappuccino fr. Mauro Joehri abbiamo un’immagine di umiltà, saggezza, limpidezza d’animo.   
Questo premesso, la lettera che ci è arrivata in questi giorni dall’interno del mondo francescano dell’Immacolata e che, secondo la persona scrivente, fotografa un aspetto particolare dell’attuale situazione, non può lasciare indifferenti e non può non costringere a porsi quelle domande che ognuno può facilmente immaginare. La riproduciamo di seguito. Ognuno si faccia poi le sue riflessioni.


LA LETTERA
“L’altro giorno mi è capitato di passare vicino alla nostra Casa editrice, la “Casa mariana”. Il mio cuore batteva per l’emozione. Sentivo un grande senso di vuoto e di sgomento al pensiero che non possiamo più scrivere per “Casa Mariana editrice” e avere i suoi libri da distribuire nei nostri Conventi. Lì dentro ci sono i nostri libri. Molti li abbiamo scritti noi, insieme a tutti i nostri articoli, sulle nostre riviste:Fides Catholica, Annales Franciscani, Immaculata Mediatrix. Molti libri li abbiamo tradotti dal latino, altri li abbiamo tradotti nelle lingue moderne dall’Italiano, la lingua da noi più usata. C’è la nostra vita ed il nostro sangue là dentro: anni ed anni di studio, sudore, sacrifici. Il Commissario Apostolico ha detto che non si possono più usare.  E’ peccato? Mi faccio forza e coraggio e trovo una scusa, in parte vera. Chiedo ad una suora se mi può dare un Calendario liturgico di quest’anno perché ne siamo sprovvisti dopo il commissariamento ed il nuovo anno liturgico è cominciato: «Non sappiamo che Messa dire la mattina, suora». «Non glielo posso dare, Padre, Lei lo sa. Ci vuole il permesso», mi risponde la suora con gentilezza, fedelissima alla disciplina ecclesiastica. Cosa ci sarà di tanto peccaminoso in un Calendario liturgico?
Ma ci vuole il permesso. Già, il permesso. Di chi? Ma del Commissario Apostolico, è ovvio! Dal commissariamento in poi la nostra vita è vita di permessi speciali da richiedere ed ottenere personalmente ed in maniera scritta o esplicita dal Commissario Apostolico:
Ci vuole il permesso per distribuire i libri di “Casa Mariana Editrice” (invece la “diffusione pubblica” ci è proibita) ;
Ci vuole il permesso per celebrare la Messa nel “Vetus Ordo”;
Ci vuole il permesso per usare il “Rituale Romanum” nella forma antica;
Ci vuole il permesso per celebrare la liturgia delle Ore nel “Vetus Ordo”;
Bisogna fare domanda scritta per andare a celebrare la Messa dalle suore (sia nel Vetus che nel Novus Ordo );
Ci vuole il permesso scritto per tenere gruppi di laici della Mim (NdR: gruppo di laici appartenenti alla Missione Immacolata Mediatrice) o del Tofi (NdR: gruppo di laici appartenenti al Terz’Ordine Francescano dell’Immacolata);
Ci vuole il certificato scritto dal medico curante per andare a ricoverarsi in ospedale (al nostro fondatore è stato richiesto);
Ci vuole il permesso scritto per spostarsi da un Convento all’altro (al nostro fondatore è stato rimproverato sulla pagina web ufficiale della Congregazione di averlo fatto senza permesso quando si è recato a Teramo. In realtà era giunto il permesso orale di padre Volpi tramite il superiore del convento di Teramo);
Ci vuole il permesso scritto per fare “Un giorno con Maria” (NdR: giornata di preghiera aperta a tutti tenuta in una chiesa o in un santuario cattolico);
Ci vuole il permesso per andare a trovare il fondatore (ai nostri studenti è stato fortemente sconsigliato, durante il periodo di vacanze natalizie);


Ci vuole il permesso per qualsiasi iniziativa comunitaria (es.: una raccolta di firme, come ha scritto il Commissario nella sua ultima lettera per la festa dell’Immacolata)….”

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