martedì 30 aprile 2013

nozze gay

Le nozze omosessuali spiegate ai miei figli (età media 9 anni)


keith_haring_opera3

di Costanza Miriano

Cari ragazzi, come sapete nella nostra casa è vietato parlare male delle persone, o almeno ci proviamo, a non farlo. Se qualcuno sbaglia sono affari suoi, tra lui e Dio. A meno che non ci sia un compagno, che so, che si sporge troppo dalla finestra, o che attraversa la strada con gli occhi sull’iPod mentre passa un motorino. In quel caso, visto che rischia di farsi male, potete dirgli qualcosa, direttamente a lui, e possibilmente senza frantumarvi nessun osso.

C’è un solo caso in cui del male degli altri bisogna proprio per forza parlare, anche a costo di prendere un palo in testa, ed è quando rischia di andarci di mezzo qualcuno più debole, che non può difendersi da solo.

È proprio per questo motivo che il babbo e io ce la prendiamo tanto per i cosiddetti matrimoni omosessuali, che poi matrimoni è una parola che in questo caso non si può dire perché viene da munus e mater, cioè il dono che si fa alla madre, e tra due uomini o due donne non può comunque esserci una mamma.

Quindi di cosa facciano gli omosessuali nel privato non ci occupiamo proprio, non è una cosa che ci riguarda, e tra l’altro pensiamo che anche loro non la dovrebbero sbandierare troppo, come facevano quei signori che avete visto a Parigi l’estate scorsa, con le piume e i sederi di fuori. Tra l’altro, avete mai visto me e il babbo andare in giro in mutande? Comunque, se loro lo vogliono fare noi ci limiteremo a passare da un’altra parte, visto che non erano proprio eleganti i signori con le banane gonfiabili e le signore senza reggiseno. Capiamo anche che se sentono il bisogno di farsi vedere vestiti in quel modo forse non sono tanto felici, e quindi se ci capiterà di averne uno vicino, che ne so, al lavoro o in vacanza, cercheremo, se lui o lei vuole, di farci amicizia.

Il problema che ci preoccupa tanto però è quello dei bambini e delle famiglie. Noi crediamo che le leggi, come vietano alle persone di ammazzare, rubare, ma anche di parcheggiare sulle strisce pedonali o mettere la musica altissima alle tre di notte, cioè di fare quello che può danneggiare gli altri, debbano impedire assolutamente di confondere la famiglia con tutti gli altri modi di stare insieme. Modi liberi e magari bellissimi, per chi vuole, ma diversi dalla famiglia. La famiglia è il luogo in cui devono crescere i bambini, e infatti in Italia sono stati chiusi gli orfanotrofi, e si cerca di far vivere i bambini senza genitori in case famiglia, che non saranno il massimo, ma è meglio di prima.

Un babbo e una mamma sono la condizione minima per i bambini per crescere bene. Certo, ci sono anche tanti genitori che non sono sempre bravi, infatti abbiamo detto minima: non basta che ci siano, devono anche impegnarsi un pochino per essere buoni genitori. Ma se non ci sono, per un bambino è impossibile crescere in modo sano, equilibrato, felice. Vi immaginate se il babbo non ci fosse più, e io mi fidanzassi con una signora? Non fate quelle facce terrorizzate, sto dicendo per dire. O se invece di me ci fosse un amico del babbo? (Siete meno terrorizzati? Già vi figurate pomeriggi senza ripasso di grammatica e niente crisi isteriche per i fumetti scaraventati a terra?)

Comunque, tanti dottori che studiano le teste delle persone dicono che è normale che la cosa vi sembri tanto strana, perché è giusto che voi vogliate un babbo maschio e una mamma femmina, anche se a scuola cercano di dirvi il contrario (va di moda, ma non vi preoccupate).

Vi diranno che non siete d’accordo perché andate in chiesa, ma noi pensiamo che sia solo buon senso. Sono le regole di funzionamento delle persone (è vero, le ha fatte Dio, ma funzionano comunque tutte allo stesso modo, non è questione di credere: se non credi nella benzina e metti la Fanta nel serbatoio la macchina si rompe). Noi non siamo contro nessuno, ma come diciamo al compagno di non sporgersi dalla finestra siccome siamo cristiani dobbiamo continuare a dire, quando ci è possibile, senza offendere o attaccare nessuno, qual è il modo per non farsi male, nella vita. Il progetto di Dio sul mondo è la famiglia, un meccanismo faticoso ma affascinante, in cui si mettono insieme le differenze, prima di tutto quelle tra maschi e femmine, e si cerca di funzionare tutti al meglio. Questo è l’uomo a denominazione di origine controllata. Poi ci sono gli ogm, ma i loro semi sono sterili (i semi delle piante create in laboratorio vanno ricomprati ogni anno): allo stesso modo due maschi e due femmine non possono riprodursi. Quando cercano di ottenere dei bambini, non per dare una famiglia a dei bambini, ma perché li desiderano loro, devono fare delle cose che fanno stare male tante persone: le mamme che prestano la pancia, quelle che danno l’ovetto, i babbi che danno il seme da mettere dentro, e soprattutto i bambini che non sapranno mai da quale storia vengono, non sapranno che facce avessero i nonni e che lavoro facessero i bisnonni, e poi avranno due mamme, due babbi, insomma una gran confusione, dove a rimetterci sono i bambini.

A noi dispiace tanto se le persone dello stesso sesso che si vogliono bene non possono avere bambini, e rispettiamo e capiamo la loro tristezza, ma è la natura, e noi abbiamo il dovere di difendere quei bambini che non possono farlo da soli. Ci sarebbe da dire poi che lo stato dovrebbe aiutare le famiglie, che sono moltissime moltissime di più (e forse per questo non ci aiutano, è più difficile risolvere qualche problema alla maggioranza), ma questo è un discorso che abbiamo fatto tante volte… (Tanto si sono già alzati tutti da tavola, e sto parlando da sola come al solito).

confessione

Papa Francesco sulla vergogna nella confessione

 

 
Titolo originale: La vergogna "buona" e la confessione: un binomio tradizionale ripresentato da Papa Francesco
Papa Francesco ha parlato ieri della confessione, e ha fatto un accenno alla "vergogna" che prende il penitente nel confessare i propri peccati.

L'Osservatore Romano cita l'omelia mattutina del 29 aprile:
Tante volte - ha detto il Santo Padre - pensiamo che andare a confessarci è come andare in tintoria. Ma Gesù nel confessionale non è una tintoria». La confessione è "un incontro con Gesù che ci aspetta come siamo. “Ma, Signore, senti, sono così”". "Ci fa vergogna dire la verità: ho fatto questo, ho pensato questo. Ma la vergogna è una vera virtù cristiana e anche umana. La capacità di vergognarsi: non so se in italiano si dice così, ma nella nostra terra a quelli che non possono vergognarsi gli dicono sinvergüenza. Questo è "uno senza vergogna", perché non ha la capacità di vergognarsi. E vergognarsi è una virtù dell'umile".

Papa Francesco ha quindi ripreso il passo della lettera di san Giovanni. Sono parole, ha detto, che invitano ad aver fiducia: "Il Paràclito è al nostro fianco e ci sostiene davanti al Padre. Lui sostiene la nostra debole vita, il nostro peccato. Ci perdona. Lui è proprio il nostro difensore, perché ci sostiene. Adesso, come dobbiamo andare dal Signore, così, con la nostra verità di peccatori? Con fiducia, anche con allegria, senza truccarci. Non dobbiamo mai truccarci davanti a Dio! Con la verità. In vergogna? Benedetta vergogna, questa è una virtù.

Un tema quanto mai tradizionale quello della "vergogna giusta" (la benedetta vergogna di papa Bergoglio) e ben attestato nella storia della spiritualità del sacramento penitenziale.

Uno dei testimoni di questa lunga tradizione a proposito della "erubescentia", cioè il diventare rossi per la vergogna, è naturalmente il Santo confessore francescano Antonio di Padova. Così scrive nel Sermone per la XII domenica post Pentecosten:
Ci sono dei muti, che nella confessione si limitano a mugolare, perché confessano i loro peccati balbettando: essi si vergognano di confessarli, i peccati, e non di commetterli. Dice sant'Agostino: La vergogna è la componente maggiore della penitenza. Qui si tratta della vergogna giusta, quella che conduce alla gloria, quando uno si vergogna del suo peccato e vergognandosi lo rivela in confessione. Dice infatti Isaia: «Vergògnati, Sidone, dice il mare» (Is 23,4). Il mare, vale a dire l'amarezza interiore, fa sì che l'uomo, rivelando nella confessione il peccato, senta vergogna di averlo commesso.

Antonio cita questa frase attibuendola ad Agostino: "Erubescentia maxima pars est poenitentiae". Ma è pseudo-agostiniana; questa locuzione "Erubescentia enim ipsa partem habet remissionis" si trova invece nel Decretum di Graziano (pars II, c. 88). Nella Glossa Ordinaria a Matteo 3,6 troviamo citata questa espressione: "Conféssio peccáti pudórem habet, et ipsa erubescéntia est gravis poena. Ideóque jubémur confitéri peccáta, ut erubescéntiam patiámur pro poena" (La confessione dei peccati suscita pudore, e la vergogna stessa è una penitenza pesante. Per questo ci viene comandato di confessare i nostri peccati, proprio per sopportare come penitenza la vergogna). Questa frase è tratta dalle Sentenze di Pietro Lombardo (Libro IV dist. 17) sotto il titolo: "Non basta confessarsi solo a Dio se tuttavia ci si può confessare anche all'uomo". Tutto ciò fa capire che le argomentazioni contro il confessarsi dovevano essere già fiorenti nel XII secolo ... come lo sono fino ad oggi.

Papa Francesco, lo si nota sempre più, utilizza nella sua predicazione un armamentario ascetico e spirituale ben sperimentato dalla tradizione, ma sa ripresentarlo con sapienza e arguzia "moderna", riuscendo a "confezionarlo" in maniera adatta all'uditorio dei nostri giorni.

Fonte: www.cantualeantonianum.com

litanie maggiori a san giuseppe

LITANIE MAGGIORI DI S. GIUSEPPE




Kyrie, eleison.
Chr iste, eleison.
Kyrie, eleison.

Christe, audi nos,
Christe, exaudi nos.

Pater de coelis, Deus, miserere nodis.
Fili Redemptor mun­di, Deus,
Spiritus Sancte Deus,
Sancta Trinitas, unus Deus,

Sancta Maria, ora pro nobis.
Sponsa Joseph,  

Sancte Joseph,
Sponse  Mariae Virginis,
Sancte Joseph, tutor et nutritie Jesu,  
Sancte Joseph, vir secundum cor Dei,
Sancte Joseph, fidelis servus et prudens,
Sancte Joseph, custos virginitatis Mariae
Sancte Joseph, comes et solatium Ma­riae,
Sancte Joseph, in virginitate mundissime,
Sancte Joseph, in humilitate profundissime,
Sancte Joseph, in charitate ardentissime,
Sancte Joseph, in contemplatione altissime,
Sancte Joseph, qui vir justus ipsius Spiritus Sancti testimortio es comprobatus,
Sancte Joseph, qui in divinis mysteriis prae omnibus illuminatus fuisti,
Sancte Joseph, qui de sacro Incarnati Verbi mysterio calitus edoctus es,
Sancte Joseph, qui cum Maria desponsata tibi uxore praegnante, in Bethlem profectus es,
Sancte Joseph, qui non inveniens lo­cum in diversorio ad stabulum divertisti,
Sancte Joseph, qui Christo  nascenti positoque in praesepio adesse meruisti,
Sancte Joseph, qui Jesu sanguinem in Circumcisione excepisti,
Sancte Joseph, qui puerum Jesum in templo cum Ma­ria Matre preesentasti,
Sancte Joseph, qui Angeli monitu accepto cum puero et Matre eius in Aegyptum fugisti,
Sancte Joseph, qui defuncto Herode cum puero et Ma­tre eius in terram Israel rediisti,
Sancte Joseph, qui amissum in Jerusalem filium triduo cum Maria Matre eius dolens quaesivisti,
Sancte Joseph, qui post triduum sedentem illum in­ter doctores gaudens invenisti,
Sancte Joseph, qui Dominum dominantium tibi in terris subditum habuisti,
Sancte Joseph, cuius laus est in Evangelio: Vir Mariae de qua natus est Jesus,

Sancte Joseph, advocate noster, audi nos
Sancte Joseph, patrone noster, exaudi nos

In omnibus necessiiatibus nostris, adiuva nos, sante Joseph
In omnibus  angustiis nostris,
In hora mortis no­strae,
Per castissimam desponsationem tuam,
Per paternam curam et fidem tuam,
Per labores et sudores tuos,
Per omnes virtutes tuas,
Per summum honorem et sempiternam beatitudinem tuam,
Per solidam intercessionem tuam,

Clientes tui, te rogamus, audi nos.
Ut a Jesu peccatorum nostrorum veniam nobis impelrare digneris
Ut Jesu et Maria fideliter nos commendare digneris,
Ut omnibus in virginali et coniugali statu viventibus convenientem castitatem impetrari digneris,              
Ut omnibus congregationibus perfectum amorem et concordiam impetrare digneris,
Ut praesidibus et praelatis omnibus in subditorum suorum gubernatione adesse di­gneris,
Ut patribus familias in christiana liberorum educatione opitulari digneris,
Ut. omnes de tuo patrocinio confidentes protegere digneris,
Ut cum Jesu et Ma­ria in extremo vitae articulo nos invisere et praesto esse digneris,
Ut omnibus fidelibus defunctis intercessionis tuae suffragio succurrere digneris,

Sancte Joseph,     

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, parce nobis, Jesu.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, exaudi nos, Jesu.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, mi­serere nobis, Jesu.

Jesu Christe, audi nos.
Jesu Christe, exaudi nos.

Kyrie, eleison.
Christe, eleison.
Kyrie, eleison.

Pater noster, etc.

Ora pro nobis, beatissime Joseph.
Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Oremus.
Deus, qui Sanctum Joseph in Sponsum Beatae Mariae semper Virginis et Filii tui dilecti Domini nostri Jesu Christi tutorem et nutritium elegisti : te supplices exoramus animae et corporis puritatem eius nobis patrocinio concede propitius, ut puri ab omni macula et veste nuptiali ornati, ad nuptias admittamur. Per eumdem, etc.

 LITANIE IN ITALIANO 

Signore, pietà!
Cristo, pietà!
Signore, pietà!

Cristo, ascoltaci!
Cristo, esaudici!

Padre celeste Dio, abbi pietà di noi!
Figlio Redentore del mondo, Dio,  
Spirito Santo Dio,
Santa Trinità, un solo Dio,

Santa Maria,
Sposa di Giuseppe, prega per noi.       
San Giuseppe,
Sposo di Maria Ver­gine,
San Giuseppe, custode e nutrizio di Gesù,
San Giuseppe, uomo secondo il Cuore di Dio,
San Giuseppe, servo fedele e prudente,
San Giuseppe, custode della verginità di Maria,
San Giuseppe, compagno e sollievo di Maria,
San Giuseppe, purissimo nella verginità,
San Giuseppe, esempio di umiltà,
San Giuseppe, ardentissimo di carità,
San Giuseppe, altis­simo nella contemplazione,
San Giuseppe, chiamato giusto dallo stesso Spirito Santo,                
San Giuseppe, illuminato sopra tutti nei divini misteri,
San Giuseppe, divinamente ammaestrato sul mistero dell' Incarnazione,
San Giuseppe, che con Maria incinta andasti a Betlemme,
San Giuseppe, che non trovato luogo nell' albergo riparasti nella stalla,
San Giuseppe, che meritasti di assistere a Gesù nascente e collocato nel presepio,
San Giuseppe, che nella Circoncisione raccogliesti il Sangue di Gesù,
San Giuseppe, che colla Madre Ma­ria presentasti il Fanciullo Gesù al tempio,
San Giuseppe, che avvisato dall'Angelo fuggisti in Egitto col Bambino e sua Ma­dre Maria,           
San Giuseppe, che, morto Erode, col Bambino e con sua Madre tornasti nella terra d'Israele.
San Giuseppe, che smarrito Gesù a Gerusalemme, lo cercasti dolente per tre giorni con Maria sua Madre,
San Giuseppe, che dopo tre giorni, lo ritrovasti seduto fra i dottori,
San Giuseppe, che avesti in terra soggetto il Signore dei signori,
San Giuseppe, lodato nel Vangelo: Sposo di Maria da cui nacque Gesù,

San Giuseppe, nostro Avvocato, ascoltateci.
San Giuseppe, nostro Patrono, esauditeci.

In ogni nostro bisogno, san Giuseppe aiutaci!
In ogni nostra angustia,
Nell'ora della no­stra morte,
Per il tuo castissimo Sposalizio,
Per la tua fraterna cura e fedeltà,
Per le tue fatiche e sudori.
Per tutte le tue virtù,
Per il tuo sommo onore e per la tua felicità eterna,
Per la tua potente intercessione,

Noi tuoi devoti, ti preghiamo ascoltaci!
Perchè ti degni di ottenerci da Gesù il perdono dei nostri peccati,
Perchè ci raccomandi fedelmente a Gesù e Maria,
Perchè ti  degni di ottenere conveniente castità a tutti quelli che vivono nello stato matrimoniale e verginale,
Perchè ti degni di ottenere l' amore e la concor­dia a tutte le Congregazioni,
Perchè aiuti i superiori tutti nel governo dei loro sudditi,
Perchè ti degni aiutare i padri di famiglia nella educazione cristiana dei loro figli,
Perchè ti degni di proteggere tutti quelli che confidano nel tuo patrocinio,
Perchè nell' ultimo punto di nostra vita ti de­gni assisterci con Gesù e con Maria,
Perchè voglia soccorrere col suffragio della tua intercessione tutti i fedeli defunti,

O San Giuseppe, 

Agnello di Dio, che togli i peccati dei mondo, o Gesù, esaudici, Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati dei mondo, o Gesù, perdonaci, Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati dei mondo, o Gesù, abbi pietà di noi.

Gesù Cristo, ascoltaci !
Gesù Cristo, esaudi­ci !

Signore, pietà!
Cristo, pietà !                  \
Signore, pietà!

Padre nostro, etc.

Prega  per noi, o San Giuseppe beatissimo.
Perchè siamo degni delle promesse di Gesù Cristo.

Orazione.
O Dio, che hai eletto San Giuseppe a sposo della Beata Maria sempre Vergine, ed a Custode e Padre nutrizio del tuo diletto Figlio Ge­sù Cristo; noi ti preghiamo supplichevoli che per il suo patrocinio ci conceda la purità dell' anima e del corpo, affinchè puri da ogni macchia e rivestiti della veste nuziale, possiamo es­sere ammessi alle nozze del Cielo. Per Cristo ...
 

lunedì 29 aprile 2013

papa bergoglio

Un ritratto di Papa Francesco 

Matteo Donadoni



IRRIVERENTEMENTE DEFINITO (DA ME) PAMPERO DE DIOS
(OVVERO DEL VIGORE EVANGELICO DI UN VESCOVO VESTITO DI BIANCO E UN PO' DESCAMISADO)

«No te olvides nunca de mis grasitas».
(Invito a non dimenticarsi dei suoi poverelli, che Evita rivolse a Peròdal letto di morte)

PREMESSA ETIMOLOGICA O VOCABOLARIO
Descamisados: letteralmente "scamiciati", nell'accezione usata, seguaci di Peròn, peronisti.
Grasa: termine dispregiativo per indicare le persone di umile condizione sociale e scarsa cultura; grasita è un vezzeggiativo, indica un tono affettuoso.
Pampa: parola in lingua quechua per "pianura".
Villas miserias: quartieri poveri e malfamati, con alto tasso di criminalità.

Il termine pampero fu introdotto dai conquistadoresspagnoli dell'area del Rio de la Plata. I coloni spagnoli, infatti, erano tormentati da un vento forte, secco, freddo (o caldo) e tempestoso, proveniente dall'interno del continente, cioè dalle pampas, le fertili praterie argentine.
Ora, questo, può sembrare un accostamento irriverente e paradossale, e forse lo è, ma a Bergoglio, che pare sia membro della Sociedad Chestertoniana Argentina, e che ha scelto di incarnare il paradosso di un Papa gesuita di nome Francesco, credo che piacerebbe. Infatti, che sia un forte vento per la Chiesa è ormai chiaro a chiunque, anche in tutti i peggiori bar di Caracas, ma il suo non sarà un vento freddo, sarà forte contro il male e di tenerezza per chi lo ama. Bergoglio è un uomo di grande forza pastorale, dotato di una sana "aggressività apostolica"che è lo stile con il quale si esprime, e non avpaura di annunciare con vigore e saggezza Cristo ed il Vangelo.
Per capire la personalità di Papa Francesco, non facilmente decifrabile tramite canoni europei, credo sia necessario tenere presente alcuni dati culturali emergenti dalla formazione e dalla provenienza argentina i tratti caratteriali propri della persona umanaBergoglio ha una forma mentis gesuitica e un'anima francescana, un cuore argentino e un fegato peronista, come del resto la maggior parte dei suoi connazionali: se, come tante Evita Duarte, le argentine possono spezzarti il cuore con un solo sguardo infuocato, gli argentini sono orgogliosi e determinati come i loro straordinari cavalli criolli.
Forse definire il Santo Padre peronista può suonare disdicevole nell'Europa del politically correct, e forse Bergoglio non lo è o non lo è più, ma in Argentina il dibattito è vivace. La figura del presidente Peròn fu certamente sui generis: cercò la terza via fra capitalismo e marxismo; diede ospitalità a rifugiati nazisti, ma non vi era traccia di antisemitismo in lui; ebbe a cuore il destino dei poveri, ma non era spinto da ideologie socialiste. Hugo Alconada Mon, giornalista de La Nacion, quotidiano letto da Bergoglio, ha riportato l'episodio in cui il giovane Bergoglio esibì in classe il distintivo del movimento peronista e si beccò una sospensione di alcuni giorni. Pare che ebbe simpatie per il peronismo cattolico, prima dell'avvento dei montoneros, i cosiddetti peronisti di sinistra che misero a ferro e fuoco l'Argentina. Infatti dichiara: «Peròn voleva servirsi delle tesi della Dottrina sociale della Chiesa e finì per introdurne molte nella sua attività politica governativa. Monsignor De Carlo, il vescovo di Resistenciafu molto vicino alla coppia Peròn. Di fronte alle accuse di essere filo-peronista rispondeva: "Non è De Carlo peronista, ma Peròn ad essere decarlista"» (cfr "Il Cielo e la Terra", dialoghi tra Jorge Bergoglio e Abraham Skorka). Non sappiamo se sia o no distributista, in ogni caso è indubbio che di quella terza via tra marxismo e capitalismo qualche cosa è rimasto nella visione politico-economica del Papa. Di certo sono (sospirate) parole del Pontefice «Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri».
D'altra parte Papa Francesco era apparso subito senza la mozzetta, un po' come aveva fatto san Francesco, denudandosi degli abiti del padre. Ma, qualcuno ha fatto notare, come fece anche Peròn, togliendosi la giacca dal balcone della Casa Rosada, restando descamisado. Tuttavia, il fatto non va frainteso, né applicato alla liturgia, perché l'arredo liturgico non è semplice forma, è rendere giusto onore alla gloria di Dio. Ha voluto precisare subito il Papa: «Dalla bellezza di quanto è liturgico, che non è semplice ornamento e gusto per i drappi, bensì presenza della gloria del nostro Dio che risplende nel suo popolo vivo e confortato». E' giusto dare ad ogni cosa la giusta collocazione ed importanza, volere una Chiesa povera, non clericale e non ideologizzata, non significa distruggerla.
Benedetto XVI nella rinuncia al Pontificato ha parlato delle sfide che la Chiesa ha davanti della grande forza necessaria per affrontarle. La sfida della fede, la nuova evangelizzazione dell'Europa, la cui cultura teologica è quella di certi biblisti, che, accettando acriticamente il metodo inventato dal protestantesimo (cosiddetto storico-critico, in realtà agnostico), hanno vivisezionato la Parola di Dio come se non fosse fondamentale in quanto tale -, per cui purtroppo a volte si ha l'impressione che ciò che ciresta di vero siano solo le note del biblista! Tuttavia, come dice il filosofo inglese Roger Scruton«la cristianità ha creato l'Europa, l'Europa ha cristianizzato il mondo, oggi le élite europee hanno rifiutato la cristianità, per questo l'elezione di Bergoglio sarà l'occasione di una rievangelizzazione dell'Europa attraverso un gesuita argentino».
Bisogna rimettere ordine: prima la fede, poi la morale; prima l'annuncio della Novella, del kerigmapoi le opere, che derivano dalla sua accettazione. E questa è la grande, perenne sfida della carità,che dalla fede derivaLeggiamo nel Vangelo di Luca: «Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore". Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi"». (Luca 4,17-21)
Infatti, già nel 2002, durante la grave crisi Argentina, per cui si moriva letteralmente di fame, invece di rispondere alle sfide del presente con un documento su debito esterogiustizia sociale o ricette economiche, i Vescovi argentini hanno offerto a tutti i fedeli l´umile e trascurato Catechismo della Chiesa CattolicaIl perché lospiegò l´arcivescovo di RosarioEduardo Vicente Mirás:«Fatti come la morte per fame di tanti bambini avvengono nella nostra società anche perché non si conosce né si mette in pratica la dottrina di Cristo. Per questo il Catechismo ha valore: ci fa conoscere questa dottrina e ci permette di avere una conoscenza chiara della dignità dell´uomo». Considerazione a cui l'allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Bergoglio, aggiunse«Per questo presentiamo il messaggio del Catechismo così com'è. Colui che lo segue si salva e salva gli altri. Siamo consapevoli della sofferenza del nostro popolo, siamo consapevoli del fatto che molti bambini non possono terminare il primo ciclo d'istruzione per mancanza delle necessarie proteine. Siamo consapevoli che negli ospedali manca l'essenziale per la salute della gente. Presentare il messaggio di Gesù Cristo significa tracciare il cammino che Egli ha tracciato. Per esser degni della Sua dignità. E diciamo: ogni persona del nostro popolo ha diritto a vedere rispettata questa dignità e non a vederla calpestata. Calpestare la dignità di una donna, di un uomo, di un bambino, di un anziano è un peccato grave che grida al Cielo». Infatti, che Bergoglio andasse nelle villas miserias non fa di lui un contestatore teologico. Anzi, sul piano della morale e della catechesi è del tutto allineato alla tradizione: «L'eredità, la tradizione non si negozia. Il contenuto di una fede religiosa può essere approfondito dal pensiero umano, ma quando questo approfondimento entra in collisione con l'eredità, allora diventa eresia». Il Papa è magister e custos fidei, custode e maestro della fede, il restopotrebbe essere tutto accessorio, eppure Francesco dice:«Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio» e «non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza! […]Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d'animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all'altro, di amore».

La tenerezza di cui el jesuita Francesco è simbolo, dunque, denota grande forza interiore e, come il vento delle pampas, in questi primi giorni di pontificato ha già fatto capire che misericordia e tenerezza sono le insegne degli uomini forti, di chi come lui fa presa sulla vita e sa indicare la retta via. Seguendolo «sentiremo la sua tenerezza, sentiremo il suo abbraccio e saremo anche noi più capaci di misericordia, di pazienza, di perdono, di amore».

Matteo Donadoni