giovedì 16 agosto 2012

san Rocco

16 AGOSTO
SAN ROCCO


 
seconda lettura  Dai Discorsi di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(2° Discorso su Lazzaro, 1.6: PG 48, 981.992; trad. M, Pellegrino. Ricchezza e povertà. Roma 1947)
Il vero concetto di ricchezza e povertà
Abbiamo visto Lazzaro nell'atrio del ricco: guar­datelo ora nel seno d'Abramo. Lo vedeste circondato dai cani che gli leccavano le piaghe: guar­datelo scortato da schiere d'angeli: lo vedeste al­lora nella povertà: guardatelo ora nell'opulenza; lo vedeste nella fame: guardatelo ora nell'abbondanza d'ogni bene; lo vedeste combattente: guardatelo coronato; vedeste i travagli, guardate le ricompen­se, voi tutti, ricchi e poveri: voi ricchi, perché non crediate che sia gran cosa la ricchezza scompa­gnata dalla virtù; voi poveri, perché non crediate che la povertà sia un male. Agli uni e agli altri Lazzaro si presenta come maestro.
Impariamo da lui a non ritenere felici i ricchi e infelici i poveri. Anzi, se vogliamo dire il vero, ricco non è chi è circondato da molte cose, ma chi non ha bisogno di molte cose; né povero è chi nul­la possiede, ma chi molto brama: questo, credete, è il vero concetto di ricchezza e povertà. Se dun­que vedi uno che desidera molto, credi che quegli è più povero di tutti, anche se avesse le ricchezze di tutti; se invece vedi uno che non ha bisogno di molto, ritieni pure che quello è il più ricco di tut­ti, anche se non possedesse nulla. Noi usiamo giu­dicare la povertà e la ricchezza non dalla quantità di ciò che si possiede, ma dalla disposizione dell'animo. Certo, non diremo che sia sano uno che ha sempre sete, anche se nuota nell'abbondanza, se è adagiato presso fiumi e fonti. A che prò infatti quell'abbondanza d'acqua, quando non può spe­gnere la sete che lo tormenta?
Così dobbiamo fare con i ricchi: quelli che sem­pre bramano, come assetati, i beni altrui, non pen­siamo punto che siano sani e che godano dell'ab­bondanza. Poiché chi non riesce ad acquietare le sue brame, possedesse anche le sostanze di tutti, come potrà mai trovarsi nell'opulenza? Coloro in­vece che si accontentano di ciò che hanno e sono paghi della loro condizione e non guardano intor­no alla roba d'altri, fossero anche più poveri di tutti, è giusto considerarli più ricchi di tutti. Sì: chi non abbisogna delle cose altrui, ma è soddisfatto del suo stato, e più ricco di tutti. Se è possibile, ri­cordatevi di tutte queste cose; ma se tutto non po­tete, soprattutto ricordatevi sempre di questa verità: che il non far parte delle proprie sostanze è ruba­re ai poveri, è spogliarli del loro sostentamento; e che quanto possediamo non appartiene a noi, ma a loro.
Con tali disposizioni d'animo, profonderemo ge­nerosamente il nostro denaro, nutriremo quaggiù Cristo affamato, metteremo in serbo nell'altra vita un'abbondante ricchezza, e potremo conseguire i beni futuri, per la grazia e la benignità del Signo­re nostro Gesù Cristo, al quale col Padre e insie­me allo Spirito Santo è gloria, onore, potenza, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

responsorio Cfr. 1 Cor 9. 19.22; Gb 29, 15-16
Libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, de­bole con i deboli.
* Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare a ogni costo qualcuno.
Ero occhio per il cieco, e piede per lo zoppo; pa­dre io ero per i poveri.
Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare a ogni co­sto qualcuno.

Ant. al Ben. :Si umiliò sotto la potente mano di Dio e gettò in lui ogni sua preoccupazione.

Ant. al Magn.  Si fece povero e forestiero ed ebbe in eredità la dimora celeste.

orazione     La fraterna intercessione di san Rocco che vene­riamo nostro protettore, ci ottenga, o Pa-dre, il tuo aiuto e ci dia la speranza di condividere con lui l'ere­dità del tuo regno. Per il nostro Signore.


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