martedì 9 agosto 2016

Il carisma è pericoloso.

Il carisma è un dono misterioso e pericoloso.

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Il carisma è un talento raro e ammirato – un “dono”, come lo definisce Paolo l’apostolo. Ma può essere pericoloso in democrazia.



(Questo testo è la traduzione italiana di un articolo precedentemente uscito su Aeon, che ringraziamo)
Il carisma è più facile da riconoscere che da definire. Giornali e riviste parlano continuamente di leader carismatici – come John F Kennedy, Martin Luther King, Barack Obama – ma raramente dicono esattamente cos’è il carisma. Si dibatte spesso sulla questione se il carisma sia necessario per un leader ‘trasformazionale’, mentre scaffali di libri di auto-aiuto promettono ottimisticamente di impartire i “segreti” di carisma. Altri sostengono che il carisma non può essere ‘sbloccato’ o ‘scoperto’ per tutti, perché è una caratteristica innata, presente solo in rarissimi individui. Per l’ennesima volta, dunque, che cos’è il carisma?

Le origini del carisma si trovano nelle lettere di san Paolo Apostolo, redatte nel 50 d.C. circa. Si tratta della prima occorrenza scritta della parola ‘carisma’, che deriva dal greco ‘charis’ (grazia). Per s. Paolo, il carisma significa ‘il dono della grazia di Dio’ o ‘dono spirituale’. Nelle sue lettere, indirizzate alle prime comunità cristiane sparse nell’impero romano, Paolo parla del ‘carisma’ o dei doni spirituali a disposizione di ciascun membro della comunità. Egli ha individuato nove tipi di carisma, tra cui la profezia, la guarigione, il parlare in lingue straniere, l’interpretazione, l’insegnamento, e il servizio – una serie di doni sia soprannaturali che pragmatici.

Per s. Paolo, il carisma è una nozione mistica: i doni erano disponibili a chiunque per grazia divina, senza la necessità di un’autorità ecclesiastica o laica. E non c’è il carisma della leadership: i vari carismi devono servire la comunità senza implicare necessariamente la presenza di un leader. Con il quarto secolo, tuttavia, la Chiesa ha in gran parte soppresso la nozione di un carisma che deriva direttamente dallo Spirito Santo. Al suo posto viene posta una più comoda gerarchia ecclesiastica, con i vescovi in cima, che interpretano le leggi religiose scritte nella Bibbia. Il carisma sopravvive solo in avamposti eretici, come ad esempio i profeti, che affermano di possedere un’ispirazione diretta, senza le mediazioni di un vescovo o delle scritture. Tali eresie sono state represse dalla Chiesa con la forza.

Da allora l’idea di carisma è rimasta dormiente per secoli e rinasce solo negli scritti del sociologo tedesco del 20° secolo Max Weber. È a Weber, infatti, che si deve il significato contemporaneo di ‘carisma’; l’autore ha secolarizzato l’idea di Paolo e ha posto il carisma all’interno di una sociologia basata su autorità e leadership. Per Weber ci sono tre tipi di autorità: il razionale-legale, il tradizionale e il carismatico. Weber vede nella forma di autorità carismatica una forza rivoluzionaria, che, sebbene instabile, rappresenta l’antidoto alla ‘gabbia di ferro’ della razionalizzazione del ‘disincantato’ mondo contemporaneo. Egli ritiene che ci sia qualcosa di eroico nel leader carismatico, che galvanizza i seguaci con grandi imprese o con il ‘carisma della retorica’ dei suoi discorsi ispiratori.

Weber definisce il carisma come ‘una qualità di un individuo in virtù della quale è considerato straordinario e trattato come dotato di poteri o qualità soprannaturali, sovrumane o per lo meno eccezionali’. Ha delineato la leadership carismatica nella storia, individuando grandi leader militari o religiosi – ha anche ipotizzato che la leadership carismatica avrebbe continuato a emergere anche nelle burocrazie altamente regolamentate del mondo moderno.

Weber è morto nel 1920, e non visse abbastanza per vedere l’applicazione della sua idea di politica e cultura contemporanea. Forse è un bene, dal momento che i primi leader politici a essere descritti come carismatici erano Mussolini e Hitler. Per molti intellettuali europei, questo ha generato la sensazione che l’autorità carismatica abbia una dimensione inquietante. Il lato oscuro della leadership carismatica sopravvisse a lungo: il leader cult degli anni sessanta Charles Manson, con la sua influenza quasi magica sui propri seguaci, viene prontamente definito carismatico. Le opere di Weber vengono tradotte e ‘carisma’ diventa un termine popolare nel mondo di lingua inglese da circa il 1950.

I primi politici che i media identificano come carismatici in modo positivo, piuttosto che demagogico, erano JFK e suo fratello Robert Kennedy. Dopo il 1960, l’uso di ‘carisma’ diventa più comune e viene applicato a individui eccezionali che non sono necessariamente leader politici: l’ultimo Muhammad Ali, per esempio, è considerato forse il più carismatico di tutti i leader.

Oggi, il carisma è usato per descrivere una lunga lista di individui: politici, celebrità, imprenditori. Intendiamo per carisma una qualità speciale, innata, che definisce alcuni individui come poli di attrazione per gli altri. È considerata una qualità rara e preziosa: nella politica americana, per esempio, Bill Clinton è stato considerato carismatico, così come Obama – ma nessun altro nella politica recente si guadagna questo riconoscimento. Nel mondo degli affari, Steve Jobs è il leader carismatico archetipico: visionario, ispirato, ma anche volatile e instabile. Quanto alle celebrità, il carisma è considerato come un segno di rara autenticità, considerato che gran parte del mondo dello spettacolo è devoto alla produzione di fama artificiale, alla maniera di Idols o The Voice. Ma il carisma non può essere creato dai reality show.

Il carisma è auspicabile nei politici contemporanei? Il biografo politico David Barnett ha definito il carisma ‘uno dei concetti più pericolosi che si possa trovare in democrazia’. I leader carismatici possono ispirare i seguaci con una retorica brillante – che può anche rivelarsi dannosa per un partito (o una nazione). I partiti politici hanno generalmente dei leader popolari, non minacciosi, che piacciono alle persone comuni. In Australia, Paul Keating era un primo ministro carismatico e visionario, ma anche un leader scismatico, che si alienò gran parte del ‘cuore’ del partito laburista tradizionale con la sua percepibile arroganza. Il suo successore, John Howard, è universalmente considerato privo di carisma, ma la sua stessa ordinarietà si rivela essere il suo pregio più grande: è più rassicurante rispetto a chi applica uno stile di leadership minaccioso. Nel frattempo, in Italia, Silvio Berlusconi era un leader populista la cui permanenza in carica come primo ministro si è rivelato deleterio per la democrazia. Il leader carismatico potrebbe essere emozionante, anche accattivante, ma il suo successo potrebbe non essere salutare per un partito politico o una democrazia.

Il ‘carisma’, come idea, si estende lungo 2000 anni. C’è un legame tra il carisma contemporaneo – considerato come una forma speciale di autorità – e il carisma religioso del tempo di Paolo? Sì, e si trova nella nozione di innatezza, di dono. S. Paolo dice che a nessun vescovo o Chiesa è richiesta la benedizione del carisma, ma che questa semplicemente illumina l’individuo, come un dono spirituale. Il carisma oggi è considerato un fattore enigmatico, sconosciuto, un X factor in qualche modo irriducibile. Nessuno sa il motivo per cui alcuni rari individui sono benedetti dal carisma: rimane, come sempre, un dono misterioso.
di John Potts

http://www.indiscreto.org/carisma-un-dono-misterioso-pericoloso/

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