mercoledì 16 febbraio 2011

santi sette fondatori

17 FEBBRAIO
SANTI SETTE FONDATORI


seconda lettura
Dalle «Omelie» di un anonimo del quarto secolo        
(Om. IlI, 1-3; PG 34,467470)
E' importante che i fratelli vivano insieme in grande carità               
E' importante che i fratelli vivano insieme in grande carità. Sia che preghino, sia che leggano la Scrittura, sia che si occupino di qualche lavoro, essi debbono avere come fonda-mento l'amore fraterno. In questo modo sarà possibile assaporare la gioia della partecipa- zione a queste diverse occupazioni, e a tutti coloro che pregano, a tutti coloro che leg­gono, a tutti coloro che lavorano, sarà dato di edifi­carsi reciprocamente nella trasparenza dell'anima e nella semplicità.
Qualsiasi cosa facciano, i fratelli debbono mo­strarsi caritatevoli e sereni gli uni con gli altri. Chi lavora, dirà di colui che prega: «Anch'io posseggo il tesoro di mio fratello, dal momento che ci è co­mune». E chi prega dirà di colui che legge: «Anch'io vengo arricchito dal beneficio che egli trae dalla sua lettura!». E colui che lavora dirà ancora: «E' nell'interesse della comunità che compio questo ser­vizio».
Le molteplici membra del corpo non formano che un corpo solo: esse si sostengono vicendevol­mente, ciascuno assolvendo il proprio compito. L'oc­chio vede per tutto il corpo; la mano lavora per le altre membra; il piede, camminando, le porta tutte; un membro soffre appena soffre l'altro. Ecco come i fratelli debbono comportarsi gli uni con gli altri. Il fratello che prega, non giudicherà male co­lui che lavora perché non prega. Chi lavora, non giudicherà male colui che prega, dicendo: «Ecco uno che perde tempo, mentre io sto qui a lavorare». Colui che serve non biasimerà gli altri. Al contrario. ciascuno, qualunque cosa faccia, agirà per la gloria di Dio (cfr. 1 Cor 10, 31; 2 Cor 4, 15). Chi legge, pen­serà con amore del fratello che prega e dirà a se stesso: «Egli prega anche a nome mio». E colui che prega penserà nei riguardi di chi lavora: «Ciò che fa, lo fa per il bene di tutta la comunità».
Così una grande concordia ed una serena armo­nia formeranno il vincolo della pace (Ef 4, 3), che li unirà tra loro e li farà vivere con carità e sempli­cità sotto lo sguardo compiaciuto di Dio. Quel che conta veramente è perseverare nella preghiera. Del resto, è necessaria un'unica cosa: ciascuno deve possedere nel suo cuore questo tesoro che è la pre­senza viva e spirituale del Signore. Sia che lavori, sia che preghi o legga, ciascuno deve cercare il pos­sesso di quel bene imperituro che è lo Spirito Santo.

responsorio
Siete un solo corpo, animati da un solo Spirito,
* come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati.
Un solo Dio che è Padre di tutti e al di sopra di tutti,
agisce per mezzo di tutti e in tutti è presente,
come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati.

Oppure:
Dalla «Legenda» sull'origine dell'Ordine  dei  Servi della beata Vergine Maria (Monumenta O.S.M.)
Si dedicarono con gioioso slancio a Dio e alla nostra Signora.
Vi erano a Firenze sette uomini degni di molta venerazione ed onore, uniti fra di loro da un vincolo  di fraterna amicizia e animati dagli stessi ideali. Ma­ria, nostra Signora, si servì di loro per iniziare l'Ordine religioso suo e dei suoi servi.
Quando entrai nel nostro Ordine, non trovai più nessuno di loro ancora in vita, tranne frate Alessio. Penso che piacque alla nostra Signora conservarlo in vita fino ai nostri giorni, perché dalla sua viva voce conoscessimo l'origine del nostro Ordine.
Come ho potuto costatare di persona, la sua vita non solo spingeva al bene i presenti con il suo esempio, ma testimoniava, con la perfezione sua e dei suoi compagni, la profonda religiosità del loro primo sodalizio.
La loro vita, prima ancora che si unissero insie­me, aveva un quadruplice aspetto.
Il primo riguardava la Chiesa. Infatti alcuni di loro avevano deciso di conservare la verginità e la castità; altri erano legati in matrimonio; altri in­fine, per la morte delle mogli, erano liberi dal vin­colo coniugale. Tutti però avevano dedicato l'esi­stenza al servizio della Sposa di Cristo.
Il secondo aspetto riguardava il benessere dei cittadini. Esercitavano infatti la professione di mer­canti e compravano e vendevano i beni terreni. Ma quando trovarono la perla preziosa, non solo do­narono ai poveri quanto possedevano, ma si dedi­carono con gioioso slancio a Dio e alla nostra Signora, servendoli con somma fedeltà.
Il terzo aspetto riguardava appunto la venera­zione e l'onore alla Vergine. Esisteva in Firenze una società in onore della Vergine Maria, fondata da molto tempo, la quale sia per l'antichità, sia per la santità e il gran numero di uomini e donne che vi aderivano, aveva acquistato tale notorietà rispetto alle altre, da essere chiamata «Compagnia maggiore di santa Maria». Di questa Compagnia, ed in modo eccellente, facevano parte i nostri sette Padri, pri­ma di riunirsi insieme.
II quarto aspetto riguardava la perfezione del­l'anima. Amavano Dio sopra ogni cosa, a lui dirige­vano ogni loro azione e l'onoravano in tutti i pen­sieri, parole ed opere.
Dopo che ebbero deciso, con fermo proposito, di riunirsi a far vita comune, spinti dall'ispirazione divina e dalla chiamata di Maria, abbandonarono le loro case e le loro famiglie. A queste lasciarono il necessario, il resto lo distribuirono ai poveri. In­fine si rivolsero a uomini esemplari per vita e com­portamento e li misero a parte del loro progetto.
Cosi, saliti sul Monte Senario ed avendo costruito sulla sua cima una casetta sufficiente per loro, vi si trasferirono per abitarvi insieme. Ivi si resero conto che la nostra Signora non li aveva riuniti sol­tanto per attendere alla propria santificazione, ma anche allo scopo di aggregarsi altri e allargare così il nuovo Ordine, che essa aveva iniziato per mezzo loro. Perciò si prepararono ad accettare altri fratelli e fin da quel tempo ne accolsero alcuni, dando ini­zio al nostro Ordine. Il quale risulta così edificato principalmente dalla Madonna, fondato nell'umiltà dei nostri fratelli, costruito nella loro concordia e conservato dalla povertà.

responsorio
I santi Padri eressero sul Monte Senario un tripli­ce tabernacolo: per sé costruirono una casa povera, per Cristo edificarono nel loro cuore una splendida dimora,
* ai fratelli offrirono un mistico rifugio, ( il nostro Ordine).
Attrassero molti con il loro esempio:
ai fratelli offrirono un mistico rifugio, (il nostro Ordine).

Oppure: 

RESPONSORlO
Ispirati dalla Vergine e uniti dall'amore frater­no,
* scelsero di vivere in comunità,
Sul Monte Senario i santi Padri, desiderando se­guire Cristo in tutto, insieme si dettero a studiare i segni della volontà di Dio:   
scelsero di vivere in comunità;

orazione      O Dio misericordioso, per tua provvida disposi­zione la nostra gloriosa Signora, ad opera dei sette santi Padri, ha suscitato la famiglia dei suoi servi: concedi a noi, ti preghiamo, che, servendo più inten­samente la Vergine Madre, serviamo te nei fratelli. Per il nostro Signore.

Oppure:      Donaci, Signore, la carità ardente dei Santi Sette Fondatori, che fraternamente uniti nel devoto servizio di Maria Madre di Dio hanno rianimato la fede del popolo cristiano. Per il nostro Signore.

(Mess. Pio V) Domine Jesu Christe, qui ad recolendam memoriam dolorum sanctissimæ Genitricis tuæ, per septem beatos Patres nova Servorum ejus familia Ecclesiam tuam foecundasti: concede propitius; ita nos eorum consociari fletibus, ut perfruamur et gaudiis: Qui vivis.

INNO alle LODI
Ormai per sempre fratelli tra loro,
erano un cuore e un'anima sola,
erano un grappolo sopra il Senario
tutti innestati sull'unica Vite.

Eran del monte il migliore ornamento,
ove innalzarono tre tabernacoli,
e là tornavano sempre pregando:
tutto il monte cantava con loro.

Tanto l'amore li aveva intrecciati
da esser segno del Cristo vivente:

fraternità era il dono cercato,
il solo dono che offrivano al mondo.

Liberi andavan di casa in casa
come la Madre sui monti di Giuda,
e come lei si dissero servi:
«perché sia fatta la Sua Parola».

Or con la Madre che fu loro guida
l'inno di lode vogliamo cantare
perché abbiamo trovato in te grazia,
o Trinità prima fonte d’ amore.

INNO AI VESPRI
Così la vite distese i suoi rami,
uguale al piccolo resto fedele
che tra le genti non viene mai meno  
pur se disperso in deserti e bufere.

Questa, Signore, è la nostra fede
ora noi siamo i lor figli ed eredi:    
la comunione vivente e il servizio
nel nostro impegno anche noi cerchiamo.

Rendi possibile pure per noi
di essere questo paese di pace 
nel nostro tempo e in questi cenacoli   
trovino casa i poveri tuoi.

Or con la Madre che fu loro guida
l'inno di lode vogliamo cantare
perché abbiamo trovato in te grazia,
o Trinità, prima fonte di amore.

PREFAZIO
   E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno:
   Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo
nella memoria dei santi sette Padri.
   Sei tu che mirabilmente li chiamasti
al servizio della gloriosa Madre di Dio,
perché associati fedelmente a lei presso la Croce,
conducessero il tuo popolo alla fonte copiosa di salvezza
che sgorga dalle piaghe di Cristo.
   Tu ancora, o Padre,
per la sublime carità che li univa,
li inviasti apostoli di unione e di pace
fra il popolo cristiano affinché,
dissolta ogni lite, ricomponessero gli animi in fraterna concordia.
   E noi con tutti gli Angeli del cielo,
innalziamo a te il nostro canto
e proclamiamo insieme la tua gloria: Santo, Santo, Santo, …

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