4 LUGLIO
Beato Pier Giorgio Frassati
SECONDA LETTURA
Dagli «Appunti per un discorso sulla carità» del beato Pier Giorgio Frassati
(Da «Mio fratello Pier Giorgio: La carità», a cura di L. Frassati, S.E.I.. Torino 1957, pp. IX-XII)
Base fondamentale della nostra religione è la carità
Base fondamentale della nostra religione è la carità, senza di cui tutta la nostra religione crollerebbe, perché noi non saremo veramente cattolici finché non adempiremo, ossia non conformeremo tutta la nostra vita ai due comandamenti in cui sta l'essenza della fede cattolica: nell'amare Iddio con tutte le nostre forze e nell'amare il prossimo come noi stessi. E qui sta la dimostrazione esplicita che la fede cattolica si basa sul vero Amore e non - come vorrebbero tanti, per poter tranquillizzare la loro coscienza - dare per base alla religione di Cristo la violenza. Con la violenza si semina l’odio e si raccolgono poi i frutti nefasti di tale seminagione; con la carità si semina negli uomini la pace, ma non la pace del mondo, la vera pace che solo la fede di Gesù Cristo ci può dare affratellandoci gli uni con gli altri. Lo so che questa via è erta e difficile e piena di spine, mentre l'altra a prima vista parrebbe più bella e più facile e più soddisfacente. Ma, se noi potessimo scandagliare l'interno di coloro che disgraziatamente seguono le vie perverse del mondo, noi vedremmo che mai in loro v'è la serenità che proviene da chi ha affrontato mille difficoltà e rinunciato a un piacere materiale per seguire la legge di Dio. Noi, avvicinando i poveri, a poco a poco veniamo ad essere i loro confidenti e i consiglieri nei momenti più terribili di questo terreno pellegrinaggio, noi insinuiamo a loro quelle parole confortatrici dettateci dalla fede e tante volte riusciamo, non per merito nostro, a portare sulla via retta gente che non per cattiveria s'era allontanata. L'assistere quotidianamente alla fede con cui le famiglie spesso sopportano i più atroci dolori, il sacrifico perenne che essi fanno e che tutto questo fanno per l'amore di Dio, ci fa tante volte rivolgere questa domanda: io che ho avuto da Dio tante cose sono sempre rimasto così neghittoso, così cattivo, mentre loro che non sono stati così privilegiati come me, sono così infinitamente migliori di me. E allora noi veniamo a fare il proponimento nella nostra coscienza di seguire d'ora in avanti sempre più la via della croce, l'unica via che ci porta alla Salute eterna. Ogni vostro sacrificio sarà ricompensato in Cielo perchè Gesù Cristo ha promesso che tutto quello che noi faremo ai poveri per amor suo, egli lo considererà fatto come a se stesso. Non vogliate negare a Gesù questo amore, a lui che per amore infinito dell'umanità ha voluto essere nel Sacramento dell'Eucaristia, come il nostro consolatore e come il Pane dell'anima.
RESPONSORIO Cfr. Ef 5, 1-2; 1 Gv 3, 18
Fatevi imitatori di Dio, quali figli carissimi e camminate nella carità,
* nel modo che anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi.
Non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità.
Nel modo che anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi.
OPPURE: SECONDA LETTURA Dalle «Lettere» del beato Pier Giorgio Frassati, laico domenicano.
(All'amico Antonio Villani, in: P.G. Frassati, « Lettere, ed. L. Frassati, Brescia 1976, pp. 149-151).
Gioia di appartenere alla famiglia di san Domenico e fervida volontà di attuarne il carisma.
Sono contentissimo che tu voglia far parte della grande famiglia di San Domenico, dove come dice Dante, «ben s'impingua se non si vaneggia». Gli obblighi sono piccolissimi, altrimenti dovresti capire che io non potrei appartenere ad un Ordine che obbligasse molto. Quando il Santo istituì il Terz'Ordine lo istituì come una milizia per combattere contro gli eretici; allora avevano delle regole molto severe — seguiva quasi l'antica regola del Primo Ordine —, ma ora è stata trasformala, non v'e più rimasta traccia di obblighi severi. Bisognerebbe recitare ogni giorno l'Ufficio Domenicano della Madonna oppure il Rosario, ma anche questo senza commettere alcun peccato mortale se deliberatamente tu un giorno o parecchi giorni lo tralasciassi di recitare.
Spero che tu faccia la vestizione nel magnifico tempio di Torino ed allora sarò vicino a te per darti l'abbraccio fraterno: poiché tu, che già sei a me legato dai vincoli della fratellanza per il sangue di nostro Signore Gesù Cristo, lo sarai doppiamente anche per avere comune con me per padre san Domenico.
Mi piacerebbe molto che tu assumessi il nome di fra Girolamo, perché mi ricorda una figura a me cara e certamente anche a te, che hai comune a me gli stessi sentimenti contro i corrotti costumi: la figura di Girolamo Savonarola, di cui io indegnamente porto il nome. Ammiratore fervente di questo frate, morto da santo sul patibolo, ho voluto nel farmi terziario prenderlo come modello, ma putroppo sono ben lungi da imitarlo. Pensaci, e poi scrivimi le tue idee in proposito.
Ti ringrazio, anche a nome dei miei, delle buone parole, che in questi momenti giungono così gradite, specialmente quando vengono non solo pensate ma sentile col cuore, che come il tuo sento vicino a me in queste ore. Ossequi ai tuoi e a te mille cose in Cristo Gesù. Fra Girolamo.
RESPONSORIO cfr. Sir l5,5.3
Signore lo ha rivestito d'una stola di letizia * e ha posto sul suo capo una corona di gloria.
Lo ha nutrito con il pane della vita e dell'intelligenza
e gli ha dato da bere l'acqua della sapienza.
E ha posto sul suo capo una corona di gloria.
oppure: SECONDA LETTURA
Da una «Testimonianza» di fr. Martino S. Gillet, maestro dell'Ordine dei Predicatori e vescovo. (AA.VV., Pier Giorgio Frassati Terziario Domenicano: ricordi,…. Bologna 1985, pp. 93-95).
In Dio trovava la gioia di vivere e a ventiquattro anni trovò la forza di morire.
Trovandomi a Torino per le feste centenarie di san Domenico, nel 1922, ebbi occasione di conoscere, nelle funzioni sacre che si svolsero solenni, alcuni universitari del Terz'Ordine domenicano. Simpatici tutti, ma fra tutti uno m'impressionò per un suo fascino speciale. Dalla sua persona si sprigionava una forza d'attrazione piena di dolcezza. Si chiamava Pier Giorgio Frassati. Pier Giorgio faceva parte dì quell'eletta schiera di giovani che s'incontra oggi un po' in ogni centro universitario, che hanno, con la nostalgia del soprannaturale, vero temperamento d'apostoli. Ebbe solo il tempo d'essere uno studente; ma già in lui si presentiva l'uomo che sarebbe stato un giorno: non precisamente un intellettuale, cioè un uomo capace di mettere tutta la sua vita al servizio del suo pensiero, ma piuttosto un uomo d'azione, deciso a mettere tutto il suo pensiero a servizio della vita. Per azione, questo giovane intendeva «agire cristiano»; e ne estendeva il dominio tanto alla vita interiore, quanto alle opere esterne, alla vita personale, come a quella familiare e sociale. Agire era per lui soprattutto vivere; dunque pensare, sentire, amare, prodigarsi con tutte le risorse e tutti gli slanci della natura e della grazia. Il centro d'azione era in lui, nel profondo della sua anima, nel cuore a cuore con il Dio d'Amore, la cui presenza l'inebriava. Là egli trovava gioia di vivere e a ventiquattro anni trovò la forza di morire. In tutta la sua vila di studente fu un giovane pio; però la pietà non gli spense mai la fiamma dello sguardo, non gli oscurò la fronte, non gli estinse il sorriso sul volto. Al contrario, tutto in lui splendeva di gioia, perché lasciava la sua bella natura fiorire al sole di Dio. Tutti i sentimenti che fanno vibrare il cuore, nell'ispirazione cristiana, avevano ospitalità nel suo, in spontaneità e generosità senza pari. Amava prima di tutto la sua famiglia, soffriva nel lasciarla, esultava nel ritorno. Con lo stesso slancio amò la patria - che egli considerava come il prolungamento della famiglia — e la Chiesa come dilatazione della patria nel mondo spirituale. Questi affetti non si opponevano nel suo cuore, ma si armonizzavano e prendevano forza a vicenda. Amava la madre di tutti: la Chiesa. Avrebbe dato volentieri, generosamente, la vita per lei. E nella Chiesa le anime lo attiravano e soprattutto quelle dei poveri. Agli affamati dava il poco che aveva, ai privi di affetto dava il cuore; ai disgraziati che ignorano tutto di Dio e vivono nella solitudine spirituale, dava l'esempio del giusto che vive la sua fede e li attirava a Dio perché li saziasse. Nell'età in cui le passioni bollono in cuore ai giovani e minacciano di rompere i freni, Pier Giorgio concentrava nel suo cuore le forze vive e le equilibrava. Giorno per giorno, davanti a Dio e davanti agli uomini, imparava a vincersi e a dominarsi. Si sarebbe detto che, senza accorgersene, si preparava alla missione di capo; se è vero che, per saper condurre gli altri, bisogna anzitutto saper condurre se stessi.
I disegni di Dio sono incomprensibili, perché vede le cose da ben più alto e ben più lungi di noi, nell'insieme e nel particolare. Però ci è permesso di pensare che, chiamando a sè Pier Giorgio nel momento in cui quanti lo conoscevano fondavano in lui tante speranze, Dio abbia voluto che la sua morte inaspettata e improvvisa mettesse in rilievo la bellezza della sua vita, e vi attirasse lo sguardo dei giovani, capaci di prenderne ispirazione.
RESPONSORIO cfr. Sal 70.17; 142.10; 2 Mac 15
Tu mi hai istruito, o Dio fin dalla giovinezza: il tuo spirito buono mi ha guidato in terra piana,
* e mi ha insegnato a fare la tua volontà.
Tu, o Sovrano del cielo, hai mandato il tuo angelo davanti a me:
e mi ha insegnato a fare la tua volontà.
Orazione O Padre, che hai donato al beato giovane Pier Giorgio Frassati la gioia di incontrare Cristo nella fede e nella carità, per sua intercessione concedi che anche noi possiamo diffondere tra gli uomini del nostro tempo lo spirito delle beatudini evangeliche. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio. che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Per una migliore conoscenza del b. P.G. Frassati - oltre a queste Letture, approvata per l'uso liturgico - si possono vedere:
«Preghiera, Azione e Sacrificio»: sono tre parole che riassumono tutto un vastissimo programma allo svolgimento del quale necessitano le energie di noi e delle generazioni che verranno.
Preghiera è la nobile supplica che noi eleviamo al trono di Dio, è il mezzo più efficace per ottenere da Dio le grazie di cui noi abbisognamo e specialmente la forza della perseveranza, in questi tempi in cui l'odio dei figli del demonio si scatena furibondo sulle pecore fedeli dell'ovile. E nel raccomandare a voi la fervida preghiera, io annovero in questa preghiera tutte le pratiche di pietà, prima fra tutte la Santissima Eucaristia. E, ripensando all'apostolo della Santissima Eucaristia - al santo Pio X di venerata memoria -, io vi esorto con tutte le forze dell'anima ad accostarvi il più possibile alla Mensa Eucaristica; cibatevi di questo Pane degli angeli e di là trarrete la forza per combattere le lotte interne, le lotte contro le passioni e contro tutte le avversità, perché Gesù Cristo ha promesso, a coloro che si cibano della Santissima Eucaristia, la Vita eterna e le grazie necessarie per ottenerla. E quando sarete totalmente consumati da questo fuoco eucaristico, allora potrete più coscientemente ringraziare Iddio che vi ha chiamali a far parie di quella schiera e godrete di quella pace che i felici secondo il mondo non hanno mai provata, perché la vera felicità, o giovani, non consiste nei piaceri del mondo e nelle cose terrene, ma nella pace della coscienza, la quale si ha soltanto se noi siamo puri di cuore e di mente. Dopo aver fortificato il nostro spirito nell'attendere con somma diligenza alle opere di pietà e dopo avere studialo intensamente i quesiti che ci agitano, allora ci potremo lanciare all’apostatalo. E si distinguono tre apostolati. Prima di tutti l'apostolato dell'esempio: noi cattolici dobbiamo far sì che tutta la nostra vita sia regolata dalla legge morale cristiana; poi l'apostolato di carità, con l'andare in mezzo a coloro che soffrono e confortarli, in mezzo ai disgraziati e dir loro una buona parola, perché la religione cattolica è basata sulla carità che non è altro che il più perfetto Amore. L'apostolo San Paolo dice: "La carità di Cristo ci abbisogna” e, senza questo fuoco che a poco a poco deve distruggere la nostra personalità per palpitare solo per i dolori degli altri, noi non saremo cristiani e tanto meno cattolici. Infine l'apostolato di persuasione, e questo è uno dei più belli ed è necessario: avvicinate, o giovani, i vostri compagni di lavoro che vivono lontani dalla Chiesa e passano le ore libere non nei sani divertimenti, ma nel vizio. Persuadete questi infelici a seguire le vie di Dio, cosparse di molte spine ma anche di molte rose. Ma se ognuno di voi possedesse al massimo grado queste doti e non avesse in abbondanza lo spirito di sacrificio non sarebbe un buon cattolico. Noi dobbiamo in tutto e per tutto sacrificare le nostre ambizioni, tutto noi stessi alla causa della Fede. La nostra vita per essere cristiana è una continua rinunzia, un continuo sacrificio, che però non è pesante quando solo si pensi che cosa sono questi pochi anni passati nel dolore in confronto all'eternità felice, dove la gioia non avrà misura e fine, dove noi godremo di una pace che non si può immaginare.
Dal discorso del beato Pier Giorgio Frassati all'inaugurazione della bandiera del Circolo «Giovane Pollone»
(Da «Mio fratello Pier Giorgio: la fede», a cura di L. Frassati, Edizioni Paoline, Roma 1954, pp. 17-19)
Oppure: Dall'omelia di Giovanni Paolo II nella beatificazione di Pier Giorgio Frassati
Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi (1 Pt 3, 15). Nel nostro secolo, Pier Giorgio Frassati ha incarnato nella propria vita queste parole di san Pietro. La potenza dello Spirito di verità, unito a Cristo, lo ha reso moderno testimone della speranza che scaturisce dal Vangelo e della grazia di salvezza operante nel cuore dell'uomo. È diventato, così, il testimone vivo e il difensore coraggioso di questa speranza a nome dei giovani cristiani del secolo ventesimo. La fede e la carità, vere forze motrici della sua esistenza, lo resero attivo e operoso nell'ambiente in cui visse, in famiglia e nella scuola, nell'Università e nella società; lo trasformarono in gioioso ed entusiasta apostolo di Cristo, in appassionato seguace del suo messaggio e della sua carità. Il segreto dei suo zelo apostolico e della sua santità è da ricercare nell'itinerario ascetico e spirituale da lui percorso; nella preghiera, nella perseverante adorazione, anche notturna, del Santissimo Sacramento, nella sua sete della Parola di Dio, scrutata nei testi biblici; nella serena accettazione delle difficoltà della vita anche familiari: nella castità vissuta come disciplina ilare e senza compromessi; nella predilezione quotidiana per il silenzio e la normalità dell'esistenza. È proprio in questi fattori che ci è dato scoprire la sorgente profonda della sua vitalità spirituale. Infatti, è attraverso l'Eucaristia che Cristo comunica il suo Spirito; è attraverso l'ascolto della sua Parola che cresce la disponibilità ad accogliere gli altri, ed è pure attraverso l'abbandono orante nella volontà di Dio che maturano le grandi decisioni della vita. Solo adorando Dio presente nel proprio cuore, il battezzato può rispondere a chi domandi ragione della speranza che è in lui (cfr. 1 Pt 3, 15). E il giovane Frassati lo sa. Io sperimenta, lo vive. Nella sua esistenza la fede si fonde con la carità: saldo nella fede e fattivo nella carità, poiché la fede senza le opere è morta (Gc 2, 26). Certo, a uno sguardo superficiale, lo stile di Pier Giorgio Frassati, un giovane moderno pieno di vita, non presenta gran che di straordinario. Ma proprio questa è l'originalità della sua virtù, che invita a riflettere e che spinge all'imitazione. In lui la fede e gli avvenimenti quotidiani si fondono armonicamente, tanto che l'adesione al Vangelo si traduce in attenzione amorosa ai poveri e ai bisognosi, in un crescendo continuo sino agli ultimi giorni della malattia che lo porterà alla morte. Il gusto del bello e dell'arte, la passione per lo sport e per la montagna, l'attenzione ai problemi della società non gli impediscono il rapporto costante con l'Assoluto. Tutta immersa nel mistero di Dio e tutta dedita al costante servizio del prossimo: così si può riassumere la sua giornata terrena!
Litanie
Signore pietà.
Cristo pietà.
Signore pietà.
Dio, nostro Padre nel Cielo, abbi pietà di noi.
Dio Figlio, Redentore del mondo,
Dio Spirito Santo,
Santa Trinità, unico Dio,
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi.
Angeli e santi,
Beato Pier Giorgio Frassati
Figlio amoroso e fratello,
Sostegno nella vita di famiglia.
Amico di coloro che sono senza amici,
Il più cristiano dei compagni.
Leader dei giovani.
Aiuto dei bisognosi.
Maestro di carità.
Protettore dei poveri.
Conforto dei malati
Atleta per il regno di Dio.
Conquistatore delle montagne della vita.
Difensore della verità e della virtù.
Oppositore di ogni ingiustizia.
Cittadino patriottico della nazione.
Figlio fedele della Chiesa,
Giovane devoto alla Madonna,
Adoratore ardente dell'Eucarestia.
Fervente studioso delle Scritture.
Seguace di San Domenico.
Appassionato lettore di San Paolo.
Apostolo della preghiera e del digiuno,
Guida ad un amore profondo per Gesù.
Diligente nel lavoro e nello studio.
Gioioso in tutte le circostanze della vita.
Forte nel salvaguardare la castità.
Silenzioso nel dolore e nella sofferenza.
Fedele alle promesse del Battesimo.
Modello di umiltà,
Esempio di distacco.
Specchio di obbedienza.
Uomo delle Beatitudini,
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonaci, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, esaudiscici, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pitta di noi.
Prega per noi, Beato Pier Giorgio Frassati,
Affinchè siamo degni delle promesse di Cristo.
IMPRIMATUR + J.A. Galante Vescovo di Beaumont, TX 2, Nov 1994
Orazione O Padre, che hai donato al beato giovane Pier Giorgio Frassati la gioia di incontrare Cristo nella fede e nella carità, per sua intercessione concedi che anche noi possiamo diffondere tra gli uomini del nostro tempo lo spirito delle beatudini evangeliche. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio. che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
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