mercoledì 31 maggio 2017

noi ... tue ossa e tua carne

Domenica di Cristo Re 
 – 20 novembre 2016


2 Samuel 5, 1-3
Kolosser 1, 12-20
Lukas 23, 35-43
Sia lodato Gesù Cristo!
“Viderunt omnes fines terræ salutare Dei nostri. Jubilate Deo, omnis terra. Notum fecit Dominus salutare suum; ante conspectum gentium revelavit justitiam suam.”



„Alle Enden der Erde sahen das Heil unsres Gottes. Jauchzt vor dem Herrn, alle Länder der Erde..!“ 



„Tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio. Acclami al Signore tutta la terra..!”



Qui si tratta del testo in latino del Graduale preso dalla Messa di Natale. Pensavo di cominciare così con una terza lingua oggi, cioè con il Latino. Il testo del Graduale è preso dal Salmo 98. Senza voler anticipare troppo il 25 dicembre nel nostro calendario liturgico, credo di aver trovato in questo antico canto liturgico una chiave di lettura per oggi, per la nostra celebrazione comune e bilingue della Domenica di Cristo Re. Lingue, tradizioni di famiglia, usi e costumi diversi, si! ma un solo Re e Signore, il nostro Gesù Cristo!



Er hat uns der Macht der Finsternis entrissen und aufgenommen in das Reich seines geliebten Sohnes… Denn Gott wollte mit seiner ganzen Fülle in ihm wohnen, um durch ihn alles zu versöhnen. Alles im Himmel und auf Erden wollte er zu Christus führen, der Friede gestiftet hat am Kreuz durch sein Blut.



Mit dem lateinischen Zitat aus der Weihnachtsliturgie am Anfang dieser Predigt, möchte ich unterstreichen, was eigentlich am Christkönig Sonntag auf dem Spiel steht und warum es sinnvoll ist, dass wir hier heute zusammen feiern. Wo in dieser Welt eigentlich liegen Sieg und Rettung wenn nicht im Herrn Jesus Christus, der für uns geboren und für uns geopfert wurde?



La nozione della Regalità del Figlio unico di Dio si distingue da quella del Re Davide, come si legge nella prima lettura della Messa di oggi: "Ecco noi ci consideriamo come tue ossa e tua carne.” Il concetto di Cristo come Re per ora ed in eterno non si lascia spiegare nei termini delle solite categorie umane (carne e ossa). In termini umani, in Cristo Gesù il contrasto con il Re Davide non poteva essere più estremo. Corona regale? Trono? Si vede solo scandalo nel trono che Gesù ha scelto per se stesso in obbedienza alla volontà del Padre Eterno per la salvezza del mondo. Il trono regale del Cristo non è una sedia dorata ma un patibolo. Il trono di Gesù è un altare di sacrificio in alto; egli regna sulla Croce. Con la Croce si tratta di una cosa umanamente incomprensibile, come il Vangelo oggi ci racconta: “C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.”



„In jener Zeit verlachten die führenden Männer des Volkes Jesus and sagten: Anderen hat er geholfen, nun soll er sich selbst helfen, wenn er der erwählte Messias Gottes ist… Bist du denn nicht der Messias? Dann hilf dir selbst und auch uns!”



Eine der grössten Auseinandersetzungen unserer Tage besteht darin, zu verstehen, worin unsere Rettung besteht, unsere tagtägliche und dauerhafte Freude. Wahlen und Volksabstimmungen enden oft mit Enttäuschung. Es besteht die Gefahr, dabei stehenzubleiben. Präsidentschafts-kandidaten, Unionen, Bünde und Parteien: die sind fast nie auf der Höhe (ihrer Aufgaben) und ständig lassen sie die Kleinsten im Stich. Angesichts der alles durchdringenden Unzulänglichkeit der Politik braucht man ein echter Querdenker oder Träumer zu sein, um sich nicht in der Resignation zu verlieren.



Che cosa ha visto in Gesù il Buon Ladrone gli accanto sulla Croce? Se non fosse morente, quell’uomo avrebbe potuto esprimersi più a lungo, magari nelle parole di S. Paolo: “Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui.” Gesù, il Re sfinito sulla Croce, il Giudice che dall’alto getta luce sulle realtà di questo mondo, colui che è Dio in pieno, per mettere tutto in ordine.



“Denn Gott wollte mit seiner ganzen Fülle in ihm wohnen, um durch ihn alles zu versöhnen. Alles im Himmel und auf Erden wollte er zu Christus führen, der Friede gestiftet hat am Kreuz durch sein Blut.“




Heute können wir wieder ein liturgisches Jahr abschliessen und am nächsten Sonntag mit Advent ein neues anfangen. Meine Botschaft für euch heute ist:  Im Leben schaffen wir es allein nicht; unser Leben wird nur mit Christus gelingen. Am Kreuz mit Christus verbunden, finden wir die frohe Verwirklichung unseres Lebens. Weder Alleingang, ohne Mitbrüder und Mitschwestern, noch intensives Schaffen in sogenannten demokratischen Verfahren bringen aus sich allein das ewige Heil. Was wir eigenmächtig, ohne Gott, versuchen ist doch Sünde und ebenso verwerflich wie Babel.




"’Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco’… Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra". Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro". Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città.”   



Supplico tutti semplicemente di abbandonare i progetti tipo “Babele” e di impegnarsi a vivere la nostra fede in tutta la sua pienezza e nella sua semplicità. Cristo dev’essere Re dei nostri cuori. Giovani sposi e genitori in particolare devono condurre i loro figli a Cristo Re, dare testimonianza a casa di una vita schietta di preghiera in unione con Gesù in compagnia con Maria, la Madre di Dio. La casa come focolaio di vera vita, sostenuta, nutrita ed arricchita dalla prassi della Messa domenicale ogni domenica e dal ricorso frequente e regolare al Sacramento della Penitenza.



Anders als die Menschen dieser Welt, leben wir in der Hoffnung, an der Herrlichkeit Christi teilzuhaben. Teilzuhaben an der Herrlichkeit Christi unseres Herrn, Königs, Hohepriesters und Erlösers.



Gelobt sei Jesus Christus!  


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